Si chiama "Comitato per l'accertamento della verità " il gruppo nato su iniziativa, a L'Aquila, del prof. Francesco Sidoti, docente dell'ateneo del capoluogo abruzzese, e del criminologo Carmelo Lavorino, alla quale hanno già aderito molti studenti universitari, investigatori privati, giornalisti, avvocati, psicologi e ingegneri. Ne fanno già parte gli studenti Elettra Costa, Daniela Chiodi, Francesca Dovigo, Maurizio Marcellusi, Giuseppe Sturiale, Alessia Zangri, gli investigatori privati Maurizio Ciucci, Ettore Di Gregorio, Annibale Finini, Marco Lilli, Alessandro Zumbaio, i giornalisti Sandro Provvisionato, Fabio Sanvitale, gli avvocati Ferdinando Imposimato, Eduardo Rotondi, Eraldo Stefani, Luigi Vincenzo, gli psicologi Domenica Canna, Enrico Delli Compagni, Giusy Ruffo, gli ingegneri Manuel Allara, Alessandro Comi e Giancarlo Deboni. "Gli studenti universitari morti durante il terremoto sono studenti venuti a prepararsi per la vita e invece - si legge in una nota del neo comitato - hanno trovato la morte: la loro morte è stata causata da colpe, da dolo, dalle circostanze, da un sistema perverso e maledetto composto da interessi di diverso tipo, da ritardi, da strafottenze, da leggerezze e da incompetenze: le colpe e il dolo devono essere individuati, senza i soliti scaricabarili. Gli obiettivi del Comitato - continua la nota - sono a breve, medio e lungo termine. Fine ultimo del Comitato è la condanna dei responsabili a qualunque livello di coinvolgimento. Il Comitato si costituirà parte civile al momento opportuno, in modo da potere contribuire anche processualmente all'accertamento della verità e delle responsabilità . E' obiettivo strategico del Comitato collaborare con la Magistratura e con le Forze dell'Ordine fornendo spunti, contributi, indicazioni, dati e considerazioni ineccepibili, scientifici e validi, anche tramite un'opera di analisi, di acquisizione dati, di monitoraggio e di osservatorio di alta qualità che diventi una piattaforma che contribuisca alla propulsione di un'attività investigativa della Magistratura, delle Forze dell'Ordine, delle indagini difensive delle numerose parti offese e dei familiari delle vittime". Dichiara il prof. Sidoti: "Si può rendere giustizia in molti modi agli studenti universitari che a L'Aquila cercavano un futuro e che invece hanno trovato la morte. Ci impegniamo perché nel terremoto non rimanga in piedi, saldo, attivo e 'costruttivo' un modo deleterio e criminale di gestire i poteri pubblici".