L'angoscia che cresce di ora in ora e la disperazione per quella comunicazione che nessuno avrebbe voluto mai ascoltare. Nelle tante storie del drammatico terremoto che ha colpito l'Abruzzo si intrecciano anche quelle di due giovani studenti del Vastese. Per uno di loro, Davide Centofanti, 20 anni di Vasto, non si hanno ancora certezze. Per Maurizio Natale, 22 anni di Monteodorisio, invece, il pietoso ritrovamento del suo corpo senza vita, sotto le macerie della palazzina di via Duca degli Abruzzi, unitamente ad altri compagni. A confermare questa notizia, oggi pomeriggio, poco prima delle 17, è stato - con voce rotta al telefono - il sindaco di Monteodorisio, Ernesto Sciascia. "Un ragazzo d'oro, è una mazzata tremenda per tutti noi", dice prima di mettersi in viaggio dal piccolo centro del Medio Vastese per il capoluogo di regione unitamente ad alcuni familiari dello sfortunato studente di Ingegneria tra i quali la madre Antonietta Delle Monache (il papà è deceduto). Il paese è in lutto ed il dolore dell'intera comunità immenso. Ricerca affannosa e disperata, fino ad oltre quaranta ore di distanza dalla devastante scossa delle 3.32 di lunedì 6 aprile, invece per il vastese Centofanti tra gli ultimi ragazzi con ogni probabilità rimasti sotto i cumuli di macerie di quella che una volta era la Casa dello Studente del centro storico della città aquilana. Il tutto davanti agli occhi umidi ed ai volti addolorati della mamma e della giovanissima sorella, quest'ultima anche intervistata dalla Rai, questa mattina. Ed ai microfoni della rete nazionale non ha potuto fare altro che raccontare un dramma che non ha fine. Nello scoramento generale, poi, c'è stato spazio anche per la stupidità . Non c'è altro modo, infatti, per 'etichettare' i continui falsi allarmi che si sono registrati in più località della regione, Vasto compresa, per tutta la giornata. Una telefonata ad un asilo nido del centro annunciava un'imminente e violenta scossa di terremoto, situazione che ha messo in allarme il personale della struttura che ha fatto uscire precauzionalmente fuori i bimbi presenti. Nel 'tritacarne' di questo evento terribile va registrato anche questo, purtroppo.