Domani il giorno della 'verità '? E' quello che si attendono i partiti del centrosinistra, dove tutti, o quasi, credono che il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, sia in procinto sciogliere la riserva sulla nuova Giunta. La cena del ''Pata Negra'' (il prelibato prosciutto spagnolo), quella che avrebbe dovuto addolcire gli animi in vista del varo del Lapenna-bis, è scivolata via senza il colpo di scena che qualcuno aspettava, ma che i più avevano escluso già alla vigilia. Nella serata al Palace Hotel di Vasto Marina, il tema del rimpasto è emerso nelle battutine di assessori e consiglieri comunali e in alcuni scambi di opinioni tra i partecipanti. Sono state proprio le presenze e le assenze ad attirare l'attenzione. C'era Eliana Menna, l'assessore di cui Rifondazione comunista ha chiesto la sostituzione dopo che la stessa titolare del settore Politiche sociali è uscita dal partito sbattendo la porta per via della mancata elezione in Consiglio regionale. ''L'ultima cena'': così l'hanno presa in giro alcuni colleghi. Una presenza che, unita all'assenza di Donato Di Pietropaolo (indicato dal Prc come sostituto della Menna in Giunta) ha scatenato una ridda di ipotesi tra gli stessi commensali. Ripescaggio in extremis? No, secondo Marco Marra, segretario cittadino di ''Falce e Martello'': ''E' fantapolitica. Sono sicuro - afferma il capogruppo in Consiglio comunale - che il sindaco darà seguito alla nostra richiesta. Rifondazione non ha fatto altro che chiedere quello che le spettava. Piuttosto - polemizza - è una questione di metodo. Noi, insieme a Sinistra democratica e al consigliere comunale Maurizio Vicoli abbiamo chiesto in un documento congiunto al sindaco di chiudere la questione rimpasto nel più breve tempo possibile. Eppure, non siamo stati ancora contattati, ma sappiamo che Lapenna ha informalmente anticipato le proprie decisioni al Pd'', che venerdì pomeriggio ha riunito i suoi organismi dirigenti. Alla cena del ''Pata Negra'', non sono andati né Marra, né l'altro consigliere, Fabio Smargiassi: ''In questo - precisa il capogruppo - non c'è nessun messaggio politico. Si festeggia quando si finisce un percorso. Un po' di sobrietà non avrebbe guastato''. Mancavano anche i ''battitori liberi'' del Consiglio comunale: Antonio Russi, Maurizio Vicoli e Luciano Gentile, eletti in maggioranza, ma indipendenti nelle votazioni in aula. Si è visto, invece, Riccardo Alinovi, dell'Udeur. Vuota la sedia di Fabio Giangiacomo, il capogruppo del Pd per il quale si era vociferato di una delega alla Pianificazione territoriale (che Lapenna avrebbe intenzione di togliere ad Anna Suriani e tenere per sé). Non c'era nemmeno Antonio Di Santo, voce storica della componente ex Ds tra gli scranni di palazzo di città . L'Italia dei Valori era rappresentata da Francescopaolo D'Adamo, l'assessore che sarebbe destinato a cedere la Cultura al sindaco per ottenere il Commercio. Se la cava con una metafora calcistica: ''Se gioco a pallone - dice - non posso pretendere di fare il centravanti anche se non ne ho le qualità . Ognuno deve svolgere il ruolo adatto a se stesso. Il Commercio? Con il giusto allenamento, si può fare. E avrei già alcune idee da mettere in campo''. Ma sembra che il capogruppo dell'Idv, Corrado Sabatini (assente al Palace), voglia per D'Adamo e per il partito una delega più ''pesante'' accanto a quella al Commercio. E non l'Ufficio relazioni col pubblico e l'Arredo urbano, che lo stesso partito di Di Pietro considera ormai certe.