Questa sera a Palazzo d'Avalos, a partire dalle ore 21.30, Richard Galliano si esibirà per la rassegna ''Musiche in cortile''. C'è molta attesa per questo concerto, anche perché parliamo di un grande artista che, nel suo viaggio musicale, ha raccontato la memoria di uno strumento, l'accordéon, che si allunga e si accorcia con un respiro profondo e sincopato che ricorda la sua vocazione nomade, quella di un suono sempre in cammino. Come una frase senza punti, quando si ferma lo fa solo per prendere fiato. L'accordéon francese, così come la nostra fisarmonica, il bandoneón argentino, il bayan russo, l'organetto o la concertina, sono strumenti da viaggio. Archetipi sonori e culturali della world music, in un certo senso. Il suono legnoso e insieme aereo di un mantice ha accompagnato per quasi due secoli ogni vero viaggiatore. Nelle bettole dei porti sudamericani, nelle case di pietra e legno dei villaggi alpini, nei bistrot parigini e nei cabaret berlinesi, sui nostri Appennini, alla semina e alla vendemmia. Convivono diverse memorie, nel suono della fisarmonica, le stesse che si nascondono nella musica di Galliano. Alcune le ha inventate, e sono sue. Altre sono quadri in movimento che raccontano la musette francese, le architetture musicali di Bill Evans, il mondo secondo Couperin e Debussy, certa musica da pastis e bouillabaisse della sua Francia profonda. E, naturalmente, Astor Piazzolla, il maestro, che ha immaginato una nuova mitologia sonora. Attraversando quella musica lontana e indecifrabile - il tango, che Borges definiva un ''sentimento segreto'' - Galliano ha riscoperto un sentimento più vicino, quello delle culture musicali popolari. Solo sporcandole, con il ricordo dei suoi viaggi, Galliano le ha rese universali, autentiche, vive. E anche il pubblico di ''Musiche in cortile'' se ne accorgerà .
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