L’appalto è stato aggiudicato a luglio, cioè nei tempi stabiliti dal cronoprogramma del Pnrr, all’impresa Fossaceca srl di Roccaspinalveti per circa tre milioni di euro, ma i lavori non sono ancora iniziati. Si registrano ritardi per l’avvio della ristrutturazione dell’ex Asilo Carlo della Penna, che verrà demolito e poi ricostruito rispettando la forma originale dell’edificio donato negli anni Cinquanta dall’omonimo mecenate vastese. Il cantiere, dalle parti di via Madonna dell’Asilo, non è ancora stato allestito, nonostante l’amministrazione comunale avesse indicato come tempistica la fine del 2023 per l’avvio degli interventi molto attesi in città.
“In effetti ci sono stati dei ritardi”, spiega l’assessore alle Politiche scolastiche, Anna Bosco, “si è reso necessario un approfondimento sulle indagini geologiche, ma dopo l’approvazione in giunta del progetto esecutivo, trattandosi di un appalto integrato, siamo pronti per iniziare. Credo, indicativamente, dopo il 20 febbraio”.
L’ex Asilo Carlo Della Penna, sulla cui sorte sta vigilando da anni l’omonimo Comitato composto da Davide Aquilano, Carlo Centorami e Michele Celenza, sarà destinato a Polo dell’Infanzia, nel rispetto della donazione fatta al Comune dal mecenate vastese. Ospiterà 120 bambini della scuola dell’infanzia e 50 dell’asilo nido.
L’edificio conserverà la forma originale, quindi con lo stesso ingombro della struttura attuale e sarà “Nearly zero energy building”, cioè ad alte prestazioni energetiche, con pannelli solari e tetto in legno. L’attuale fabbricato, oggetto a più riprese di raid vandalici ed in totale abbandono da decenni, è arricchito da un grande pannello in bronzo presente sulla parete frontale esterna, opera dello scultore Ennio Manfrini, raffigurante “Il trionfo del lavoro”. Per tutelarlo il Comitato voleva presentare una richiesta di vincolo alla Soprintendenza. “C’è stato un ripensamento perché nel progetto fatto predisporre dal Comune è previsto il recupero e la ricollocazione del pannello in bronzo”, dice Aquilano che è anche presidente di Italia Nostra del Vastese, “si tratta di un portale molto pregiato e quindi di grande valore”.
Non sono mancate polemiche neanche sulla demolizione, su cui aveva espresso contrarietà la Soprintendenza archeologica Chieti-Pescara, la quale ritenendo l’edificio “di indubbio valore, storico e testimoniale”, aveva chiesto la rimodulazione del progetto. Il Comune però ha ritenuto tale parere “tardivo”, non compatibile con i tempi imposti dal Ministero, perché avrebbe richiesto l’avvio ex novo dell’iter autorizzatorio, mettendo anche in conto che un intervento di recupero, restauro, consolidamento e miglioramento strutturale non avrebbe potuto garantire i medesimi standard di efficienza energetica, di sicurezza e di funzionalità che un edificio di nuova realizzazione potrà invece assicurare.