Dalle 34mila cellule per litro dell’8 agosto alle attuali 21.300. Restano alti i valori relativi alla presenza di “Ostreopsis ovata”, una micro alga tropicale, potenzialmente tossica, le cui concentrazioni elevate, accertate dai campionamenti dell’Agenzia regionale per la Tutela Ambientale, hanno determinato l’emissione di due ordinanze di divieto di balneazione in due punti della costa vastese: 200 metri a sud di Punta Vignola e 800 metri a sud di Fosso Lebba. La situazione però non è più emergenziale e lascia ben sperare che per Ferragosto, quando a Vasto si registra il pienone, tutto rientri nella normalità e che il sindaco Francesco Menna possa revocare i due divieti di balneazione.
“Il fenomeno è in regressione”, spiega Maurizio Dionisio, direttore generale Arta Abruzzo, “siamo passati dalla fase emergenziale a quella di allerta. Ripeto, il fenomeno sta rientrando”. Nel frattempo continuano i controlli per monitorare costantemente l’evoluzione delle fioriture e la loro estensione.
Nel giro di pochi giorni si è passati dalle 34mila cellule per litro accertate con i campionamenti dell’8 agosto alle 21.300 delle ultime analisi. Il dato è relativo a Punta Vignola, località della costa dove sono presenti diverse attività turistico-ricettive. L’altro punto di prelievo interessato al provvedimento che interdice bagni e tuffi è Fosso Lebba dove gli ultimi campionamenti hanno evidenziato 17.300 cellule per litro dell’alga marina che dai mari tropicali si è trasferita nel Mediterraneo, trovando nei litorali rocciosi le condizioni ideali per proliferare. Gli imprenditori turistici e balneari temono disdette proprio a ridosso di Ferragosto.
“Sto ricevendo tantissimi messaggi e telefonate”, racconta Annamargareth Ciccotosto, imprenditrice turistica, “l’altra sera mi hanno chiamato dei turisti, che hanno affittato l’appartamento per le vacanze, molto preoccupati per la situazione determinata dalle alghe. Ho dovuto faticare e non poco per spiegare loro che i divieti di balneazione non riguardano Vasto Marina e che sono circoscritti a soli due punti della costa vastese. Volevano disdire. Siamo ormai all’effetto psicosi”, conclude Ciccotosto.
La proliferazione di “Ostreopsis ovata” , una micro alga marina, è favorita da una serie di condizioni favorevoli: temperature dell’acqua superiori ai 22-23 gradi, elevate concentrazioni di azoto e fosforo provocate da attività antropiche e presenza di massi (anche sotto forma di barriere frangiflutti e pennelli). Alcuni anni fa l’Arta Abruzzo effettuò un piano di monitoraggio in diverse zone del litorale – tra cui Punta Vignola – localizzate in corrispondenza di barriere frangiflutti o di pennelli “che sono gli unici substrati duri e colonizzati da macroalghe in tutto il litorale abruzzese”.
Dal punto di vista sanitario la pericolosità dell’alga non è nel contatto o nella ingestione – come spiega il direttore Arta Abruzzo – ma nella inalazione favorita dalla nebulizzazione dell’aerosol marino che se contiene fibre della micro alga ha un effetto irritativo sulle vie respiratorie, anche se l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), riporta casi di dermatiti di bagnanti che avevano nuotato in acque interessate alla fioritura.