“Una corsia ciclabile su via Osca, in attesa della variante alla Via Verde, potrebbe garantire il transito in sicurezza delle bici”.
Operatori turistici e associazioni ambientaliste guardano con favore alla proposta presentata dai due Consorzi Vasto in Centro e Vivere Vasto Marina di destinare temporaneamente a pista ciclabile una corsia dell’arteria che conduce alla zona industriale. Una posizione diversa da quella manifestata dagli operatori portuali che, nettamente contrari, hanno ipotizzato danni economici, quantificabili in 300mila euro e danni per il porto di Punta Penna. Insomma, si ripropone ancora una volta l’annosa contrapposizione tra industria, turismo ed ambiente, su una proposta che avrebbe solo carattere temporaneo.
“I cicloturisti che in gran numero stanno arrivando dalle nostre parti non possono essere lasciati in balia di un percorso non sicuro”, sostiene Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente, “una corsia ciclabile o anche solo una bike line potrebbe garantire, senza grandi costi, una percorribilità in sicurezza di via Osca. In attesa della variante della Via Verde abbiamo il dovere etico e morale di mettere in sicurezza quel tratto, proprio al fine di evitare un danno economico più grave per l’immagine e l’economia turistica. E’ paradossale venire invitati a dei tavoli dove si parla di migliorare la qualità di vita delle zone industriali e poi trovarsi di fronte a delle opposizioni fuori luogo e anacronistiche”, incalza Di Marco, “anche per il porto è giunto il momento che diventi green come l’Europa ci chiede”, conclude il presidente di Legambiente. Favorevoli anche gli operatori turistici.
“Durante il periodo estivo, ai tanti ciclisti e pedoni che percorrono il tratto di pista che va dal centro di Vasto Marina a Punta Aderci, bisogna comunque garantire un transito su via Osca che riduca al minimo il rischio di essere investiti dai numerosi autoarticolati che quotidianamente percorrono quella strada a volte a velocità sostenuta”, rimarca Filippo Molino, imprenditore turistico, “è chiaro che devono essere prese in seria considerazione quelle che sono le legittime esigenze espresse dalle numerose aziende industriali e commerciali presenti nella zona, le quali devono poter lavorare in condizioni di sicurezza ed economicità. Nell’area di Punta Penna devono tuttavia necessariamente coesistere attività industriali e turistiche, oltre alla riserva naturale di Punta Aderci, la cui valenza naturalistica e turistica è fuori discussione. Tale coabitazione dovrà avvenire senza prevaricazioni: ogni realtà esistente deve poter operare liberamente, senza condizionamenti, nel pieno rispetto delle leggi vigenti”, insiste Molino, “per quanto riguarda invece i ventilati danni economici giova rimarcare che la proposta dei Consorzi prevede una preclusione temporanea al traffico pesante di un tratto lungo 1,900 metri”.