Si è aperta la caccia al misterioso ''cecchino'' di via San Michele. ''Abbiamo sentito la signora, che ci ha detto di non avere alcun sospetto''. Così il vice questore aggiunto Cesare Ciammaichella, dirigente del Commissariato di Vasto, torna a parlare del piombino sparato ieri mattina in via San Michele, che ha ferito lievemente T.S., una donna di 46 anni che vive in zona, mentre stava camminando con un'amica. ''Non stiamo sottovalutando la vicenda - ha chiarito Ciammaichella - ma di certo l'uso di un'arma 'da sala', cioè da tiro a segno, di cui la legge prevede il libero acquisto e dotata di una gittata non superiore ai 20 metri non è compatibile con la volontà di fare del male sul serio. E' chiaro che ne è stato fatto un uso sconsiderato. Per questo, dobbiamo valutare se l'atto è intenzionale oppure no. Nel caso in cui si trattasse di un'azione dolosa, si potrebbe ipotizzare il reato di lesioni personali lievi, ma è ancora presto per dirlo''. Il fatto è accaduto intorno alle 10.30 di ieri, quando la vittima ha sentito una fitta bruciante ad un fianco: era stata centrata dal piombino di un fucile ad aria compressa, che le ha procurato, come avrebbero poi accertato i medici dell'ospedale ''San Pio da Pietrelcina'' di Vasto, solo una lesione cutanea giudicata guaribile in 5 giorni. Subito le due donne hanno telefonato al 113. Due ''volanti'' del Nucleo anticrimine del Commissariato si sono precipitate sul posto, dove si è creato un capannello di curiosi col naso all'insù. Gli investigatori, dopo aver ricostruito la traiettoria, hanno trovato il fucile ad aria compressa, di marca ''Flobert'' sul terrazzo di un edificio. ''Sono in corso gli esami delle impronte digitali'', spiega Ciammaichella, che tiene la bocca cucita su eventuali testimonianze raccolte sul posto in cui si è verificato l'episodio, sul fatto che il terrazzo possa essere effettivamente il luogo da cui è stato premuto il grilletto e su eventuali sospetti: ''Le indagini - si limita a dire - procedono per connessioni matematiche''.