Nella giornata di martedì 13 settembre Cittanet, network di piattaforme partecipative di informazione locale, con il supporto fondamentale dell’associazione di volontariato Ricoclaun, ha organizzato un pomeriggio indimenticabile che ha appassionato il pubblico della Pinacoteca di Palazzo D’Avalos a Vasto.
Ospite principale L’Abruzzese fuori sede, aka Gino Bucci, originario di Martinsicuro, un ragazzo giovane ma dall’anima antica propria di chi abita i nostri luoghi. Con un’ironia elegante ed autentica, spontanea perché sincera, Gino Bucci dieci anni fa creò una pagina sul social Facebook per raccontare, senza pretese e fama di notorietà, i luoghi abruzzesi che gli restavano nel cuore anche da fuorisede, parlando delle persone, delle tradizioni, delle peculiarità di ogni paese e di ogni frazione. Ma Gino Bucci non si è limitato a questo, perché il linguaggio che utilizza è un poetico e spesso rimato mix di sfumature dialettali abruzzesi. Complice il coinquilinaggio con altri due conterranei, ha sviluppato, dal basso e spontaneamente, un nuovo modo di scrivere e parlare che Remo Rapino, nella prefazione a “Rime Toscibili”, ha chiamato “koinè”, un termine di origine greca che sta ad indicare una lingua comune che si sovrappone ai dialetti locali: un tentativo di unificazione, quindi. Eppure Gino Bucci, intervistato congiuntamente da Nicola Cedro e Antonio Muratore, sdrammatizza: lui non aveva e non ha alcuna pretesa linguistica, è un ragazzo autentico, legato sinceramente ai suoi luoghi e con un piglio ironico decisamente personale, spontaneo, è riuscito ad arrivare al cuore e alla mente di tanti abruzzesi, fuorisede, “ariminuti” ma anche di chi semplicemente resta. Sì, forse c'è un aggettivo di sua invenzione, un termine italianizzato dall'abruzzesissimo "Nzi Tosce", che tanto desidererebbe leggere sul vocabolario italiano: “intoscibile”, "finanche nella sua versione avverbiale intoscibilmente", non facilmente traducibile ma facente riferimento ad un'aura di intoccabilità, di perfezione non ulteriormente perfettibile. Però le rime di Gino Bucci sono "toscibili", sono umane, e sono perfettibili.
Con l’entusiasta moderazione e presentazione di Rosaria Spagnuolo, dopo un primo momento di saluti e introduzione da parte di Antonio Cilli editore di Cittanet, Donatella Zappitelli ha esposto un breve excursus sulla poesia vernacolare abruzzese e sul senso del linguaggio come identità dei luoghi, come espressione dello spirito del luogo, del genius loci intimo e caratteristico di ogni bacino di popolazione. A seguire i saluti istituzionali dell’Assessore Nicola Della Gatta per conto del Sindaco Francesco Menna.
Cittanet e L’Abruzzese fuori sede condividono lo stesso archetipo ad animare le intenzioni: la Madre Terra, la Grande Madre come nutrice e culla di nascita e crescita, legame indissolubile con il suolo natìo perché nessun uomo è un’isola, nasciamo collegati agli altri, nasciamo sociali e collettivi e il luogo da cui proveniamo è inevitabilmente determinante. Noi abitiamo i luoghi, e i luoghi che amiamo abitano noi, quando ne siamo lontani.
Riuscitissimo il trio Gino Bucci, Nicola Cedro e Antonio Muratore: hanno animato forti risate con la loro spontaneità, intrattenendo il pubblico con momenti di spiccata ilarità e altri di più profondo sentire, ma sempre con la sdrammatizzante vena dialettale che permette un colore diverso al linguaggio.
Immancabile da parte di Gino Bucci il saluto e il ringraziamento a Donatella Di Pietrantonio per le bellissime parole spese nella quarta di copertina di "Rime Toscibili".
Sulla pagina social Terredichieti.net è possibile vedere il video integrale di questo iconico pomeriggio.