''Dove seppelliremo i nostri morti?''. L'interrogativo riporta al centro dell'attenzione la questione del nuovo cimitero a Vasto (accantonata negli ultimi tempi) ed è una riflessione dell'esponente de La Destra Massimo Desiati a ridarle slancio. ''Argomento - dice Desiati - all'ordine del giorno di più Amministrazioni comunali succedutesi nel tempo. Non è questione di qualche anno ma di tanti anni e più consiliature. Si trovò modo di dar risposta all'emergenza con un piccolo ampliamento della vecchia area e per qualche tempo si tirò avanti. Si adottò persino il metodo, provvisorio e straordinario, della requisizione dei loculi disponibili e già assegnati a persone ancora in vita. Addirittura simili provvedimenti vengono tuttora utilizzati ma certo non possono rappresentare la regola! Fu fatto persino il tentativo, socialmente giustificato, di censire, al fine della revoca, le aree che il Comune aveva assegnato in precedenza a privati per edificare cappelle gentilizie mai realizzate. Ma l'iniziativa, certamente opportuna pur rappresentando soltanto un palliativo, non andò avanti. Ulteriori ampliamenti - aggiunge - furono predisposti per la vecchia area cimiteriale ma i lavori ristagnano ormai da tempo. Intanto, il progetto del nuovo cimitero, pur approvato in linea di massima ed allocato in un'area già individuata, è fermo e di questo blocco non si conoscono i motivi. Le ragioni non sono tecniche e sono imputabili a volontà politiche. Scelte di fondo, quindi. Nella precedente Amministrazione comunale non ci fu una volontà condivisa nel dar proseguo a tale idea progettuale che pur sembrava poter prendere finalmente corpo. Oggi, non se ne parla neanche più. Insomma, i lavori di piccolo ampliamento sono fermi e di quelli per la nuova struttura non si fa cenno in alcun atto amministrativo. C'è da pensare che interessi differenti da quello di dar sepoltura ai concittadini che scompaiono sovrintendano alla definizione di un problema che, da solo, non può trovare soluzione e che, con il passar del tempo, può soltanto aggravarsi. Quale insensibilità umana, prima che amministrativa - chiede ancora Desiati - costringe la nostra città a questa arretratezza? Possibile che nessun amministratore voglia dar soluzione a questo problema incancrenito?''. Il sasso è lanciato...