''Dall'ameno colle di Montevecchio questa sacra croce speranza di vita e vessillo di riconoscenza a quanti abruzzesi e vastesi non fecero più ritorno nell'amata terra''. Firmato Antonio Prospero e Giuseppe Tagliente (sindaci della città di Vasto), monsignor Antonio Valentini (allora arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto) e Frati Cappuccini di Vasto Marina e Silvio Petroro, presidente Associazione Emigranti Abruzzesi di Vasto. Bel simbolo e bella frase, questo è fuori di dubbio. Peccato però che oggi, la zona della croce di Montevecchio (la sistemazione avvenne nel primo giorno del mese di agosto del 1993), sia ridotta in uno stato di degrado evidente, con bottiglie rotte, siringhe e profilattici gettati nelle vicinanze. Un luogo che meriterebbe ben altra attenzione.