Da Massimo Desiati, esponente de La Destra, riceviamo e pubblichiamo: ''Poiché mettere al mondo un figlio comporta notevoli conseguenze di carattere economico, è prioritario ed irrinunciabile attuare interventi integrativi di promozione e sostegno alla maternità , sia prima che dopo la nascita, con particolare riguardo alle situazioni di disagio, istituendo a tale scopo un fondo comunale. Una nuova politica sociale per la famiglia oggi appare indispensabile, soprattutto per quella monoreddito. Pertanto è necessario prevedere un contributo finalizzato alle ''Azioni di sostegno alla natalità '', considerando le condizioni di vita all'interno delle famiglie e le condizioni di queste nell'ambiente sociale circostante. Dovranno poter accedere al beneficio le famiglie residenti, composte da cittadini italiani, per i quali potranno essere erogati interventi così articolati:
contributo prenatale attivato per la donna in difficoltà che si trova in stato di gravidanza; contributo post-natale almeno fino al compimento del 1° anno di vita del bambino; buono fruttifero vincolato per 16 anni e contributo alle donne prive di trattamento di maternità .
Potranno accedere al contributo i nuclei familiari con un reddito Isee inferiore ad una determinata soglia e si dovrà stabilire una priorità nell'accesso ai benefici per le famiglie secondo la propria situazione reddituale. Per accedere alla prestazione dovrà essere necessaria una valutazione dei Servizi Sociali con la predisposizione di un progetto individualizzato, teso ad integrare le risorse istituzionali, personali e familiari. Nella valutazione dei servizi sociali occorrerà dare priorità a situazioni relative alle difficoltà socio economiche delle gestanti, alle situazioni di disagio socio ambientale che possono mettere a rischio il loro normale sviluppo psico-fisico e socio-culturale, alle Famiglie con un solo genitore, alle famiglie con presenza di minori disabili. Sarà anche opportuno stabilire la possibilità di sostituire il contributo, qualora il tipo di intervento dovesse risultare più idoneo, con l'accesso gratuito a strutture e servizi comunali per l'infanzia. Anche la creazione di apposite istituzioni maternità ed infanzia, magari sovracomunali, con compiti di assistenza e aiuto alle famiglie numerose, alle mamme lavoratrici e alle donne sole con prole a carico e minori a rischio può essere ritenuto strumento idoneo per il necessario sostegno. Così come l'istituzione di un servizio gratuito di assistenza familiare all'infanzia per supportare a domicilio tutte le famiglie disagiate in cui la madre, non lavoratrice, sceglie di assistere in casa i propri bambini di età non superiore ai tre anni, prevedendo un'assistenza privilegiata per le mamme con due o più figli a carico. Ci si rende conto della ristrettezza delle risorse finanziarie del Comune di Vasto, così come degli altri comuni italiani, ma la politica amministrativa è fatta di scelte e riteniamo che questo particolare aspetto della vita della nostra Comunità meriti una considerazione maggiore nella ripartizione delle risorse disponibili. Gli interventi proposti, poi, hanno quasi sempre una copertura finanziaria che deriva dalle disponibilità di bilancio dello Stato o della Regione, trasferite successivamente ai Comuni. A tal proposito appare opportuna un'azione nei confronti della Regione Abruzzo, affinché stabilisca misure congrue alle necessità rappresentate. Nel Bilancio regionale, l'apposito capitolo di spesa è il n° 71636, esso viene rimpinguato in virtù dei trasferimenti finalizzati stabiliti nella Finanziaria dello Stato. Il meccanismo appare, quindi, perverso, nel senso che, se in Finanziaria, non vengono predisposte risorse così destinate, i Comuni non hanno fondi per questo tipo di azione. Il pensiero va alle famigerate leggi ''omnibus'', a quelle che stabiliscono finanziamenti alle associazioni di varia natura, a quelle che permettono l'assunzione di portaborse o i rimborsi spese per le trasferte e le altre prerogative dei Consiglieri. Non si vuol fare facile demagogia e populismo, basterebbe però morigerare e finalizzare le pur poche proprie risorse comunali e regionali per iniziare a dar risposta a quelle esigenze primarie a cui si faceva prima riferimento. Sarebbe un segnale per riavvicinare la parte più bisognosa della popolazione ai centri istituzionali di potere che sempre più mostrano, invece, di voler investire su grandi progettualità , indispensabili s'intenda, ma che troppo spesso restano inattuate in questi tempi di forte ristrettezza della finanza pubblica. Ogni singola comunità cittadina ha il dovere di porsi obiettivi possibili e riteniamo che quello su proposto ne sia esemplificazione e non necessiti, dopotutto, di enormi risorse finanziarie''.