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Pescatori in ginocchio per il caro-gasolio, nuove proteste

Manifestazione al Porto di Punta Penna. Le richieste della categoria al Governo centrale

redazione
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La protesta degli operatori della pesca per via della situazione di enorme difficoltà vissuta negli ultimi mesi a causa del caro-gasolio è riprese con intensità da qualche giorno.

Stamane manifestazione al Porto di Punta Penna di Vasto, nell'ambito della mobilitazione generale del comparto.

I rappresentanti dei pescatori hanno messo nero su bianco una serie di richieste, essenziali per la ripresa del settore.

Tra queste: portare immediatamente il costo del gasolio al prezzo massimo di 0,50 centesimi al litro, fermo biologico facoltativo, cassa integrazione straordinaria e retroattiva dal 10 gennaio 2022 per gli imbarcati, blocco dei mutui per il periodo di un anno per armatori e marittimi - si evidenzia in un approfondimento dell'emittente regionale Rete8.

La decisione è stata presa durante la partecipata assemblea svoltasi ad Ancona per valutare se continuare, o meno, lo sciopero legato al caro-gasolio, il cui prezzo è salito ancora a 1,20 al litro. Ma, alla fine dell’incontro oltre al documento è stato deciso di proseguire con lo sciopero delle marinerie dell’Adriatico in astensione dal lavoro dal 23 maggio, questo fino a quando non ci saranno delle risposte da parte del Governo.

Le casse sono ormai vuote da tempo con il caro-gasolio che non accenna a diminuire. Un costo che ha spinto le marinerie a scegliere di non salpare più, visto che i ricavi erano di gran lunga inferiori alle spese sostenute ed intraprendere una serie di iniziative di protesta a vari livelli istituzionali”, è stato ribadito da diversi operatori del comparto pesca.

Foto Giuseppina Di Martino sul gruppo Sei di Vasto se…

 

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