Riprendiamo - dal sito www.primadanoi.it - e pubblichiamo. Scatta il conto alla rovescia per il consiglio comunale di Ortona che dovrà affrontare nuovamente la questione del Centro Oli. Spostato l'orario di inizio dei lavori: l'appuntamento, infatti, non è più alle 9.30 ma alle 18, orario che consentirà , probabilmente, anche una maggiore affluenza. E intanto cresce la preoccupazione anche per le piattaforme petrolifere che stanno spuntando lungo la costa. Sul piatto la richiesta dell'abrogazione della Legge Regionale 2/2008 faticosamente fatta approvare e che ferma di fatto ogni decisione fino al prossimo 31 dicembre. Una legge che però sarebbe stata scritta talmente male da riservare -ma solo a posteriori - effetti collaterali che bloccherebbero lo sviluppo sull'intera costa. Domani ci sarà anche una manifestazione pacifica di chi vuole ardentemente che quella legge non venga toccata. Si tratta dei residenti della zona e dei comitati spontanei che sono sorti nel corso dell'ultimo anno e che, anche grazie attraverso la loro protesta, sono riusciti a fermare momentaneamente il tutto. Quali siano le novità che usciranno fuori dal consiglio di domani non è ancora chiaro ma è evidente che l'ultima parola spetterà all'assise regionale. Quella che salterà fuori domani sarà quindi esclusivamente la posizione ufficiale del Comune di Ortona che, non è un mistero, si è sempre schierata a favore della realizzazione del centro oli.
Nei giorni scorsi, inoltre Calogero Riccardo Marrollo, presidente di Confindustria Abruzzo, ha scritto una lettera al presidente Del Turco per chiedere l'abrogazione di quella legge ''che sta facendo solo danni. Quella legge - ha spiegato Marrollo - ai commi 8, 9 e 10 dell'art. 1 prevede una serie di limitazioni/preclusioni alle attività economiche d'impresa su diverse aree geografiche della Regione e non solo ai comuni della 'costa teatina'. L'intervento normativo - contesta ancora - pur presentandosi come finalizzato alla salvaguardia del bene salute, in realtà contrasta con il dettato costituzionale, in quanto invasivo di esclusive competenze statali''. Marrollo sollecita il dipartimento regionale ''a voler verificare la legittimità costituzionale della normativa regionale in oggetto'' e sottolinea ''l'urgenza e l'importanza della questione, avendo la normativa in questione imposto di fatto, sine die, un blocco ai nuovi progetti d'investimento con immaginabili ripercussioni in termini di sviluppo e crescita occupazionale''. E intanto cresce la tensione anche per la costruzione delle nuove piattaforme petrolifere nello specchio d'acqua antistante la costa ortonese e vastese. ''I cittadini dell'Abruzzo ed il Comitato Natura Verde con cui io sono in stretto contatto - scrive Maria Rita D'Orsogna, docente di Fisica presso la California State University di Los Angeles - sono molto preoccupati per le conseguenze che queste estrazioni petrolifere marine avranno sulla salute umana, sul florido mercato del pesce e sul turismo. Il mercurio - continua la docente - è una sostanza neurotossica che ha conseguenze terribili sul cervello e sul sistema immunitario e circolatorio, specie nei bimbi e nei feti in via di sviluppo. Il modo principale in cui il mercurio entra nel corpo umano è con il consumo di prodotti ittici''. Negli Stati Uniti nel 1996, ricorda D'Orsogna, il Ministero degli Affari interni condusse uno studio sulla contaminazione di pesci e crostacei nelle vicinanze dei pozzi petroliferi marini nel golfo del Messico. ''Si dimostrò finalmente - ricorda ancora la docente - che c'erano livelli di mercurio molto elevati sia nei pesci catturati vicino alle piattaforme petrolifere, sia nei sedimenti del fondale marino. Gli scienziati attribuirono questi forti tassi di inquinanti ai fanghi estrattivi usati durante le trivellazioni (in questo caso particolarmente ricchi di mercurio) oltre che ad altre sostanze tossiche riversate in mare. Le settecento specie diverse di organismi marini catturati (dai vermi ai pesci) mostrarono tassi di mercurio anche 25 volte superiori rispetto a quelli catturati lontani dalle piattaforme''.