San Salvo, ora, ha il suo porto turistico. A Vasto, invece, se ne parla da almeno vent'anni. La differenza nella programmazione e nei tempi di realizzazione non poteva non saltare agli occhi proprio ieri quando, in pompa magna, a San Salvo Marina è stata inaugurata la nuova struttura da 175 posti barca, che diventeranno 250 nel prossimo futuro. C'era anche il presidente uscente del Senato, Franco Marini. E' stato lui a tagliare il nastro. Il porticciolo, frutto di una sinergia tra i privati (che hanno raccolto la gran parte dei fondi necessari) e l'amministrazione comunale, è stato realizzato ed inaugurato nel giro di 2 anni e mezzo dall'avvio della progettazione. A tempo di record, come ha sottolineato il ''Sole 24 ore'': il prestigioso quotidiano economico nazionale ha, infatti, citato l'opera della società mista ''Le Marinelle'' tra i migliori esempi di ottimizzazione delle procedure e di sinergia pubblico-privato a livello nazionale. Il tutto mentre a pochi chilometri di distanza l'iter è ancora agli inizi. Due le soluzioni prospettate a Vasto: quella di cui si discute da un ventennio, cioè la costruzione dell'approdo per barche da diporto alla foce del torrente Lebba (l'insenatura immediatamente a Sud di Punta Penna), oppure l'ambizioso progetto dell'consorzio industriale (nella foto), che prevede il raddoppio del porto, con la costruzione di un secondo bacino, di dimensioni simili a quello esistente, in modo da suddividere l'attività commerciale dalla pesca e dal diporto. Due idee che avrebbero dovuto far divenire realtà quella che fino ad ora è rimasta solo un'intenzione. Quella in grado di camminare più alla svelta avrebbe regalato agli appassionati del mare ciò che desideravano. La realtà è un'altra: il primo progetto non è mai stato messo ufficialmente nero su bianco, mentre per attuare il secondo, se tutto andrà per il verso giusto, serviranno anni e, soprattutto, 145 milioni di euro, di cui è disponibile solo una minima parte. Senza contare che il progetto del consorzio, cui il Consiglio comunale ha detto sì quasi all'unanimità (contraria solo Rifondazione comunista), è osteggiato dalle associazioni ambientaliste. Che fanno notare come lo sviluppo dell'area di Punta Penna continui ad essere caotico, visto che convivono zona industriale, porto commerciale con pescherecci e piccolo approdo turistico (quello che con l'ampliamento dovrebbe trovare maggiore spazio) case popolari a due passi dalle fabbriche e, per finire, la riserva naturale di Punta Aderci. Gli ambientalisti vedono il raddoppio del bacino come il fumo negli occhi, per via del fatto che servirebbe ad incrementare i traffici commerciali delle navi ''ro-ro'', in grado di trasportare al loro interno vagoni ferroviari e camion. ''I mezzi pesanti - affermano - al porto ci devono arrivare. E questo aumenterà l'inquinamento da gas di scarico''. Morale della favola: a San Salvo si fa e si inaugura, mentre a Vasto, per un motivo o per un altro, i tempi rimangono lunghissimi.