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TOCCA ANCHE IL VASTESE L'INCHIESTA SUL 'RE' DEL POLLAME AMADORI

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Vecchie caldaie ad olio combustibile sotterrate alla meno peggio, invece di smaltirle secondo le procedure imposte dalla legge per i rifiuti speciali. La magistratura vuole vederci chiaro e sta indagando per individuare eventuali responsabilità. Tocca anche il Vastese l'inchiesta sulla Amadori, la nota azienda di Cesena che alleva, macella, confeziona e mette in commercio pollame. La Procura di Teramo ha iscritto nel registro degli indagati venti dirigenti dell'impresa avicola per aver violato l'articolo 256 del codice ambientale. Le indagini riguarderebbero lo smaltimento di caldaie ad olio, che, una volta dismesse, sarebbero state affidate ad una società non specializzata nello smaltimento di rifiuti pericolosi. Secondo la Procura, alcuni sono stati sotterrati in terreni abruzzesi vicini agli allevamenti. Tra i siti visitati dagli agenti del Corpo forestale dello Stato anche alcuni del Vastese. Gli altri si trovano a Chieti, Pescara, Atri, Villa Tempra, Cellino Attanasio e Ascoli Piceno. Alcuni di essi sarebbero stati posti sotto sequestro. Le indagini sono state avviate dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Teramo, Gabriele Ferretti, che ha affidato il fascicolo al sostituto Stefano Giovagnoni. ''Se in questa fase - scrive in una nota il patron della società cesenate, Francesco Amadori - vi sono state negligenze da parte dei preposti o di altri sarà la magistratura ad accettarlo. A prescindere dalle circostanze richiamate, debbo sottolineare che il gruppo è composto da molte società. E' evidente, pertanto, che la gestione delle singole unità operative è delegata a varie persone, come avviene in qualunque realtà di tali dimensioni. Riguardo all'oggetto dell'indagine, secondo Amadori ''si tratterebbe essenzialmente di serbatoi integri non smaltiti in attesa di esserlo''.
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