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Premiato il prof. Antonio Marchetti, direttore Anatomia Patologica Chieti

Assegnato il Premio "Giovanni Ansaldo" per le sue ricerche su test molecolari per lo sviluppo di terapie oncologiche su misura

Redazione
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E’ stato assegnato al professor Antonio Marchetti, ordinario di Anatomia Patologica dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara e direttore dell'unità operativa di Anatomia Patologica dell'ospedale "SS Annunziata" di Chieti per le sue ricerche d'avanguardia inerenti i test molecolari per lo sviluppo di terapie oncologiche “su misura”, il Premio “Giovanni Ansaldo”, Prima Edizione, istituito dalla Famiglia Ansaldo e dalla Misericordia di Borgo a Mozzano (LU) in memoria del grande protagonista del volontariato scomparso prematuramente lo scorso anno.

Come un abito su misura, cucito addosso per ottenere il migliore risultato possibile, la nuova frontiera delle cure oncologiche passa per le terapie a bersaglio molecolare, fulcro della medicina personalizzata che si basa su un principio essenziale: il trattamento viene stabilito non più tenendo conto solo degli aspetti istologici del tumore, ma anche in relazione alle sue caratteristiche molecolari, che possono essere diverse per ciascun paziente. Chieti è in prima linea, con l’Anatomia patologica diretta da Antonio Marchetti il quale, alla guida del gruppo di lavoro di Patologia molecolare e medicina predittiva istituito dalla Società italiana di Anatomia patologica, sta sviluppando test diagnostici per ricercare biomarcatori per la selezione della terapia più appropriata.

"Con altri 14 centri stiamo lavorando sul sequenziamento di nuova generazione, noto con la sigla Ngs - spiega Marchetti, professore ordinario di Anatomia patologia presso l’Università d'Annunzio e direttore dell’omonima unità operativa dell’ospedale di Chieti - per la diagnosi prioritariamente dei tumori del polmone, ovaio, colon, melanoma e mammella che più di altri rispondono alla teoria mutazionale sull’origine del cancro. Si tratta di un modello secondo cui il tumore si genera, progredisce e si diffonde per accumulo di mutazioni genetiche: è necessario, quindi, identificarle e disporre di informazioni dettagliate al fine di tracciare il profilo molecolare delle varie forme tumorali e trattare i pazienti con terapie personalizzate. E’ evidente che i test di profilazione genomica innovativi, come l’Ngs, e lo sviluppo di nuovi farmaci oncologici, detti mutation specific, rappresentano un’opportunità terapeutica preziosa, che va a integrarsi con il modello tradizionale di tipo istologico che ha rappresentato finora l’unico riferimento nella ricerca e nella pratica oncologica. Senza dimenticare l’assoluto valore terapeutico dei nuovi farmaci oncologici della generazione mutazionale per i tumori rari e nei pazienti che hanno esaurito le linee di trattamento standard". 

Chieti, dunque, in prima linea e con ruolo da protagonista nella ricerca all’avanguardia sul fronte delle nuove tecnologie di sequenziamento genetico, che consentono anche la ricerca di specifiche alterazioni che hanno un ruolo rilevante nelle singole neoplasie. Un aspetto, quest’ultimo, che apre a un nuovo approccio sia nella diagnosi sia nella terapia, non più strettamente legato alla localizzazione anatomica, ma trasversale alle diverse neoplasie. Il contesto in cui ci si muove è quello della medicina di precisione, che utilizza terapie mirate che agiscono su vari fattori legati allo sviluppo del cancro: intervengono sulla proliferazione delle cellule, stimolano il sistema immunitario a distruggere le cellule cancerose e promuovono l’autodistruzione delle stesse. 

La profilazione genetica e lo sviluppo di farmaci a bersaglio molecolare rappresentano, dunque, una delle più importanti innovazioni in campo oncologico, che necessitano di costanti investimenti: "Alla luce della qualità degli studi condotti nei nostri laboratori a Chieti - precisa Thomas Schael, direttore generale della Asl - nonché del ruolo guida di Marchetti nell’ambito della comunità scientifica, sono certo che la programmazione regionale saprà tenere conto dei risultati raggiunti e delle potenzialità di crescita della nostra ricerca. Abbiamo un primato che non può essere conteso per volumi di attività, tecnologie e professionalità, per l’Abruzzo un unicum che merita di essere valorizzato e adeguatamente incentivato con risorse dedicate".

 

 

 

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