Boom di visite al porto sommerso di località Trave. I resti dell’antica infrastruttura portuale di Histonium sono diventati la vera attrazione turistica della stagione.
Prova ne sono le numerose prenotazioni che giungono quotidianamente alla sezione di Italia Nostra del Vastese che, insieme al Consorzio Vivere Vasto Marina, dà la possibilità a gruppi di turisti di visitare il sito archeologico, con l’unica raccomandazione di munirsi di maschera e snorkel e portare scarpe adeguate per la passeggiata (in alcuni tratti il fondale è coperto di ciottoli).
L’escursione è accessibile a chiunque sappia nuotare e stare a galla. Le visite guidate si sono sempre fatte, ma da due anni sono diventate un appuntamento fisso dell’estate vastese.
“L’altro giorno ho dovuto rimandare indietro un gruppo di nove persone, perché era stato raggiunto il numero massimo consentito per ragioni di sicurezza”, spiega Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra, “arrivano tantissime richieste, soprattutto da parte di turisti che scelgono Vasto per trascorrere le ferie, ma anche da Ortona, Francavilla e Pescara. Registro un notevole interesse intorno al sito archeologico, che riceve apprezzamenti dai visitatori. Quest’anno abbiamo deciso di fare due escursioni a settimana in base al meteo, evitando un giorno prestabilito, per assicurare le condizioni di visibilità del porto”, annota l’archeologo.
Trattandosi di un porto sommerso le condizioni meteo sono determinanti. Non è affatto inusuale rinvenire nicchie, apsidi e altri resti durante le immersioni. E’ già successo.
“Proprio per questo invitiamo i turisti a ripetere le escursioni, perché ogni volta si vede qualcosa di nuovo”, aggiunge Aquilano, “di contro la cosa negativa è che le condizioni meteo non sempre rendono visibili i resti”.
Il ricavato delle visite guidate viene utilizzato per finanziare studi e ricerche. L’auspicio è che i resti sommersi dell’antico porto non si limitino ad essere solo un’attrazione turistica, ma vengano valorizzati come meritano. Purtroppo sul sito archeologico, oggetto anche di una interrogazione presentata al Ministero della Cultura e del Turismo dalla deputata del M5S, Carmela Grippa, incombe la minaccia delle opere a mare previste dal piano regionale di difesa della costa che, proprio in quel tratto di litorale tra Trave e Cungarelle, prevede il deposito di materiale lapideo al fine di potenziare l’opera radente già esistente.