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Massi sui fondali dell’antico porto di Histonium: "Siamo preoccupati"

Molino (Consorzio Vivere Vasto Marina): "Chiesto il parere di un esperto sull'incidenza in zona del Piano regionale Difesa della Costa"

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"Abbiamo chiesto un parere ad un esperto per valutare l’incidenza degli interventi sul Parco archeologico sommerso di località Trave. Non appena sarà in nostro possesso,  ci muoveremo per evitare che un sito unico nel suo genere in tutto l’Adriatico possa essere danneggiato o distrutto”. Piergiorgio Molino, presidente del Consorzio Vivere Vasto Marina, sodalizio che raggruppa operatori turistici, commerciali  e balneari della riviera, raccoglie l’allarme lanciato da Italia Nostra e promette iniziative a sostegno della tutela e della valorizzazione degli antichi resti murari, minacciati dallo studio preliminare del Piano di Difesa della Costa della Regione Abruzzo.

Gi interventi prevedono in quel tratto di litorale la posa in opera di grandi blocchi di pietra. Il Consorzio di Vasto Marina, che insieme ad Italia Nostra organizza in estate escursioni subacquee con maschera e snorkel finalizzate al reperimento di fondi per continuare la ricerca e la promozione dell’importante sito archeologico, è sul piede di guerra.

Da un anno ci occupiamo della promozione turistica di quel sito unico in tutto l’Adriatico”, commenta Molino, “dopo l’allarme lanciato da Italia Nostra abbiamo chiesto un parere ad un esperto per valutare l’incidenza degli interventi previsti nel piano regionale. Non appena sarà in nostro possesso ci muoveremo per evitare qualsiasi cosa vada in direzione contraria alla promozione e alla valorizzazione del sito. Siamo molto preoccupati”.

A minacciare il parco archeologico sommerso di Histonium nel tratto di litorale tra Trave e Cungarelle sono gli interventi previsti dalla Regione per potenziare l’opera radente già esistente. Per Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra del Vastese, la posa in opera di grandi blocchi di pietra porterà alla distruzione delle strutture murarie dell’antico porto, sommerse ed affioranti, ma anche di quelle nascoste dalla sabbia. L’archeologo, che chiede di bloccare la realizzazione delle opere previste in quell’area, aveva anche chiamato in causa il Comune e la Soprintendenza.

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