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Giornata mondiale vittime amianto: "Situazione ancora drammatica"

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Oltre 7 mila morti nel 2020: perché il governo presieduto dal Presidente del Consigli Draghi non utilizza i fondi economici del Recovery per un piano nazionale di bonifiche dei siti in Italia? E vogliamo ricordare che esiste ancora una legge, la marzo 1992 n. 257, che impone lo smantellamento dell’amianto nei siti in cui per anni è stato utilizzato e usato sia industrialmente che nelle costruzioni edilizie.

Oggi 28 aprile ricorre la “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto” e l’Osservatorio Nazionale Amianto ricorda quanto drammatica resti la situazione delle vittime dell’amianto in Italia, per la totale assenza di azioni e provvedimenti per la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati dal mortale minerale. A questo proposito lanciamo ancora un appello al Governo Draghi affinché utilizzi risorse del recovery, per avviare le bonifiche e il bonus fiscale del 110% per la rimozione dell’amianto dagli edifici privati”.

"Nonostante sia stato messo al bando nel 1992 - rileva l'O.N.A. - l’amianto continua ad uccidere, perché si trasforma in fibre invisibili che, inalate ed ingerite, causano con assoluta certezza scientifica mesotelioma, tumore del polmone, tumore della laringe, dello stomaco e del colon; danni respiratori che causa, anche quando non insorge il cancro (placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie). Nel 2020 viene stimato che il numero di decessi nel 2020, tenendo conto anche della maggiore incidenza per via del Covid19, sia di oltre 7.000 persone solo in Italia e si prevede che il picco di mesoteliomi e di altre patologie asbesto correlate avverrà tra il 2025 e il 2030 e in seguito una lenta decrescita.

I dati dell’inquinamento da amianto ci confermano che la emergenza in Italia è drammatica, in quanto sono presenti 58 milioni di metri quadri di coperture in cemento-amianto, oltre a 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, con condizione di serio pericolo e rischio. Dai dati emerge che ci sarebbero 86.000 siti interessati dalla presenza di amianto, di cui 7.669 risultano bonificati e 1.778 parzialmente bonificati. Tra questi, rientrano anche i 779 impianti industriali (attivi o dismessi) censiti (dato giugno 2014) e i 10 SIN (siti di Interesse Nazionale da bonificare. Oltre ai dati che sono sopra confermati anche dal Ministero dell’Ambiente, vi sono 2400 scuole in cui la presenza di amianto risulta evidente esponendo a rischio salute il mondo studentesco stimato attorno 352 mila unità e 50 mila del personale docente e non, 1000 biblioteche e edifici culturali, oltre 250 ospedali, una rete idrica che si estende per oltre 300 mila chilometri di tubature e che prima della legge del 1992, viene stimato in 500 mila chilometri. Di fronte a dati drammatici e per evitare esposizioni all’amianto si rende necessario bonificare i siti censiti e non e riuscire a mettere in sicurezza tali siti. E’ chiaro che la risposta ad evitare esposizioni e rischi alla fibra mortale si dovrà ricorrere ad una bonifica totale dei siti, mettere in sicurezza i predetti siti contaminati, avviare un piano di prevenzione e informazione, la sorveglianza sanitaria controllando periodicamente chi ha subito la esposizione come lavoratori e cittadini, dare seguito alla ricerca scientifica per terapie e cure e intensificare le tutele previdenziali e risarcitorie.

Ma il nostro appello si rivolge anche al Sindaco di Vasto, Francesco Menna che nel 2016 alla alba della sua candidatura a Sindaco incontrò una folta delegazione di lavoratori vastesi che avevano prestato lavoro in alcune fabbriche dell’area industriale di Punta Penna e tutti ammalati di patologie correlate all’amianto, di alcuni di questi, ad oggi ne piangiamo la scomparsa, il quale si impegnò in quella occasione a impegnarsi per avviare procedure perché anche Vasto divenisse una città liberata dagli effetti nefasti dell’amianto sulla salute umana. Ebbene cosa è successo in questo quinquennio? E’una domanda che gli rivolgiamo per sapere se il problema drammatico e ambientale all’epoca sollevato sia stato affrontato. Sommessamente vorremmo sollecitare la sua attenzione affinché una parte dei fondi economici intercettati di circa 65 milioni di euro vengano utilizzati per smantellare l’amianto da edifici pubblici e privati per avere una città libera da possibili patologie.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, presente in tutte le regioni di Italia con sedi territoriali, ha costituito uno sportello amianto online cui si può accedere dal sito https://onanotiziarioamianto.it/.

Lo strumento tecnico operativo con il quale poter segnalare i siti con presenza di amianto è l’app per il censimento: che, oltre alle segnalazioni, è strumento utile per la prevenzione clicca qui 

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