Alcuni disservizi riguardanti la campagna vaccinale hanno spinto l’avvocato Alfonso Tinari, del Foro di Roma, a scrivere al direttore dell’Asl Lanciano Vasto Chieti.
“Alcune persone di Vasto, una delle quali un mio familiare, con patologie importanti e definite “fragili”, sono state contattate telefonicamente dall’Asl per fare nella giornata o il giorno seguente il vaccino - scrive Tinari -. L’operatore, a richiesta del paziente, rassicurava che il vaccino da inoculare sarebbe stato Pfizer ma che dovevano recarsi da Vasto a San Salvo. Venerdì scorso il mio familiare si è recato presso la struttura indicata, scoprendo, assieme ad altri, che il vaccino da inoculare sarebbe stato AstraZeneca. Molti dei convocati, probabilmente spaventati dalle notizie di effetti avversi di tale vaccino, consapevoli delle proprie patologie, hanno rifiutato di vaccinarsi.
Tralasciando la poca educazione del singolo operatore sanitario al rifiuto al vaccino del mio familiare, persona ultrasettantenne e con patologie, adottando un linguaggio e toni non adatti al ruolo ricoperto, e non volendo giudicare se sia giustificato o meno il timore delle persone sul vaccino AstraZeneca e sulla valutazione del tutto personale dell’operatore sanitario di turno nel ritenere il vaccino AstraZeneca compatibile con le patologie in essere, segnalo che per il rifiuto si è fatto sottoscrivere un documento di cui non ha avuto copia. Anche le altre persone che hanno rifiutato l’Astrazeneca, oltre a non essere state
vaccinate, sono state lasciate nell’incertezza sul cosa fare. Il mio familiare, ad esempio, - continua l’avvocato Tinari - non sa se occorre ricontattare il medico curante per ricalendarizzare il vaccino o se l’Asl procederà in automatico al ricontatto.
In ultimo, risulta che presso la predetta struttura medica non era presente un’ambulanza in caso di eventi avversi. La situazione pandemica mondiale, frammista alle notizie contraddittorie sull’efficacia dei vari tipi di vaccini, palesa un evidente “timore” dei pazienti, sopratutto “fragili”, nel farsi inoculare l’AstraZeneca (senza scendere nell’aspetto prettamente medico, posto che solo il tempo dirà sulla validità o potenziale pericolosità dei vaccini e, quindi, se i timori verso l’AstraZeneca erano fondati o meno). Orbene, proprio su tale aspetto sarebbe opportuno e doveroso che l’Asl contatti con un certo preavviso e informi il cittadino sul tipo di vaccino da inoculare e che in caso d’impossibilità a presenziare per il giorno fissato, ricalendarizzi il vaccino, informando correttamente il paziente. Per delle persone con patologie, spesso anziani, anche la semplice uscita in auto richiede una certa programmazione e, sovente, che un familiare possa accompagnarle. L’episodio in questione andava raccontato e segnalato affinché l’Asl possa adottare gli opportuni correttivi nella programmazione. L’interesse primario è la salute di tali soggetti, e la salute passa anche dal non rendere un’odissea e uno stress un “semplice” vaccino. In alcun modo si vuole minare la fiducia negli operatori sanitari e nella sanità italiana che rimane d’eccellenza - conclude il professionista - anzi va un ringraziamento alla quasi totalità degli operatori che con professionalità, competenza e comprensione gestiscono l’attuale situazione pandemica”.
Fin qui l’avvocato Tinari, ma va detto anche che la scorsa settimana è stata contattata la nuora (fuori Vasto quel giorno) di una 84enne alle 16.22, affinché la suocera si recasse al Centro Vaccinale presso il Palasport nel giro di qualche minuto. Ovviamente non è stato possibile alle condizioni dell’operatore.