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ASSALTO AL PORTAVALORI IN A14, IN CARCERE GLI INTERROGATORI DEI DUE ARRESTATI

a cura della redazione
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Il primo si trincera dietro il silenzio, l'altro è invece un fiume in piena: provato ma deciso nel dichiararsi estraneo al feroce assalto al portavalori della Molise Security messo a segno da un commando di almeno otto persone sull'autostrada A14 tra Ortona e Lanciano lo scorso lunedì. Loris De Luca, 38 anni di Villamagna, e Walter Fabiani, 58 di Pescara, restano comunque in carcere e con tanto di ordinanza di custodia cautelare che parla di concorso in rapina a mano armata, porto abusivo di armi da guerra e da sparo, furto o ricettazione delle auto utilizzate per il colpo e violenza privata nei confronti degli automobilisti costretti a fermarsi sull'autostrada perché bloccati dai rapinatori. De Luca è stato interrogato ieri mattina nel carcere di Chieti dal gip Marco Flamini alla presenza dei suoi legali avvocati Zinni e Pagliaricci. Un interrogatorio brevissimo, giusto il tempo di prendere atto della volontà dell'uomo di avvalersi della facoltà di non rispondere. Quindi la convalida dell'arresto tramutato in ordinanza di custodia in carcere come richiesto dal pm Rosangela di Stefano. Nei suoi confronti pesa la testimonianza di un automobilista che avrebbe visto un furgone appostato sotto l'autostrada allontanarsi a folle velocità nell'immediatezza del colpo. Poco più tardi, nel carcere di Pescara, il gip De Ninis ha interrogato Fabiani, difeso dall'avvocato Marco Femminella. L'uomo, titolare di un'impresa a Villanova che si occupa della riparazione di mezzi meccanici, e nella quale lavora come dipendente anche De Luca, ha ribadito la propria estraneità ai fatti. Al giudice che gli contestava il rinvenimento, proprio nel capannone della sua attività, dell'arsenale utilizzato per la rapina (due kalashnikov, una pistola mitragliatrice, le pistole sottratte ai tre vigilantes, munizioni e una moto sega), ha detto che il magazzino lo aveva prestato ma solo per un giorno, insomma che qualcun'altro a sua insaputa lo ha utilizzato per nascondere le armi. L'interrogatorio è durato un'ora. Poi gli atti sono stati trasmessi per competenza ai giudici di Chieti che hanno tramutato il fermo in ordinanza di custodia in carcere.
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