L'invasione del guano in piazza Rossetti non s'arresta e complici le basse temperature di questi giorni, specie al mattino ed alla sera, lo strato melmoso che si crea sia sulla strada che sul tratto pedonale diventa ancora più insidioso, a tutto rischio della sicurezza nella circolazione veicolare e dell'incolumità per chi cammina in zona. Per l'ennesima volta, anche oggi si presentava transennato il tratto antistante gli ex Palazzi Scolastici di corso Italia, sottostante i due maestosi pini sui quali si concentrano migliaia di volatili i cui escrementi rendono la zona impraticabile e pericolosa. Transenne poste dagli agenti della locale Polizia Municipale, proprio alla luce dell'accertata pericolosità nel centro storico. E le ultime 'sbandate' di alcune autovetture e le scivolate di qualche pedone non hanno fatto altro che riportare la questione, ancora irrisolta, al centro dell'attenzione. Nei giorni scorsi si era pure innescata la polemica politica con l'intervento del consigliere comunale di minoranza, Luigi Marcello del Comitato Civico, che si era rivolto all'amministrazione comunale per segnalare il degrado dell'area, l'evidente pericolosità e la necessità di mettere in campo, al più presto, azioni utili al risolvimento del sentito problema. Nemmeno troppo indirettamente, poi, la questione è finita anche in una recente proposta formulata per la rivitalizzazione della piazza dell'assessore alla Cultura Francescopaolo D'Adamo. ''I due pini andrebbero tagliati anche per evitare il continuo rifugio degli storni che impedisce il normale passeggio'', ha detto tra l'altro in un più articolato elenco di progetti per un reale 'maquillage' del cuore della città . Considerazioni cui ha fatto prima seguito la risposta di Massimo Desiati (La Destra): ''I pini non si toccano!'', quindi quella dei rappresentanti del Movimento Pulito per Vasto che puntano l'indice contro l'assessore D'Adamo chiedendone addirittura le dimissioni per questa dichiarazione ''anti pini''. Il guano, in tutti i modi, lì resta e certamente non è un bel vedere, né un bel sentire.