Marco Rapino, nato a Palmoli nel 1958, è cresciuto a Vasto dove ha frequentato il liceo scientifico. Capo scout negli anni ’80 e ’90 e punto di riferimento per lo scoutismo non solo vastese. A Partire dagli anni 2000 è stato direttore tecnico di alcuni importanti scavi archeologici tra i quali quelli condotti a Monteodorisio, Schiavi d’Abruzzo, Mafalda, Barrea e San Salvo. In questa ultima città la sua più importante scoperta: l’acquedotto romano che alimenta tutt’oggi la fontana vecchia ed il pozzo pentagonale che collega il piano stradale al manufatto romano. È stato curatore dei musei di Monteodorisio, Palmoli, Fresagrandinaria e San Salvo. Nel 2007 denuncia la distruzione di un pozzo di accesso all’acquedotto romano di Vasto e da quel momento intraprende una incredibile opera di esplorazione dello stesso. Grazie alla sua attività di speleo-archeologia ha realizzato la mappatura del percorso dell’acquedotto detto delle luci. Nel 2012, assieme a Davide Aquilano, rinviene i resti del porto romano sommerso in località Trave a Vasto Marina. Particolare importanza ha avuto anche la sua opera di diffusione dei tanti ritrovamenti ed in particolar modo il suo impegno didattico a favore delle scolaresche e della cittadinanza. Si è spento presso l’ospedale di Pescara per una improvvisa complicanza polmonare, il 14 novembre 2020, all’età di 62 anni.
In ricordo di Marco Rapino
“E’ stato facile volerti bene”. Questo uno dei tanti commenti apparsi sui social in ricordo di Marco Rapino. Hanno espresso il loro cordoglio i sindaci di Vasto,San Salvo, Monteodorisio,ma anche tanta gente comune e del mondo della cultura, dell’associazionismo e dello scoutismo. La notizia dalla improvvisa scomparsa ha sconvolto amici e colleghi, come Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra, con il quale ha condotto gli scavi archeologici e Lino Salvatorelli, presidente dell’Arci. Ne hanno voluto ricordare il valoreil prof. Emanuele Felice, il giornalista Giuseppe Ritucci, il cantante Fabio Falcone, il prof. Giovanni Artese di San Salvo e il prof. Gigi Murolo, storico vastese che ha anche proposto di dedicare alla sua figura una targa commemorativa della scoperta dell’acquedotto romano delle Luci. Commosso il ricordo del prof. Panfilo D’Ercole e di Patrizia Ciccotosto di “Sei di Vasto se…”, così come quello di tante altre persone la cui lista sarebbe lunga da citare, dandoci, tuttavia, il segno di quanto Marco Rapino fosse amato e stimato.
Discreto e riservato, dall’umorismo pungente, buono senza essere buonista, Marco amava l’arte, l’architettura, la musica d’autore, la fotografia ed il mare. Casa sua era punto di riferimento per i tanti amici che amavano intrattenersi ascoltando buona musica, circondati dalle sue istallazioni artistiche, i libri e le sue preziose fotografie. Incredibili erano gli strumenti di lavoro che spesso realizzava di persona, dando prova di ingegno, grande manualità e fantasia. Un eterno bambino con la voglia di inventare e scoprire mondi oramai scomparsi. A bordo del suo fuoristrada, che aveva lui stesso verniciato di rosso, giallo e blu, si muoveva inconfondibile lungo le strade della città per raggiungere i luoghi impervi delle sue ricerche.
Marco Rapino è stato uno speleo-archeologo che ci ha più volte restituito le prove del nostro passato, calandosi nei pertugi della terra per esplorare le opere che gli antichi ci hanno lasciato. L’amore per il mare lo ha guidato anche nel ritrovamento dei resti del porto romano sommerso di Vasto Marina. E a lui si deve soprattutto la scoperta dell’acquedotto romano di San Salvo, nonché l’esplorazione di quello di Vasto, un incredibile lavoro di recupero che dobbiamo esclusivamente alla sua tenacia, alla sua incredibile passione. Con lui scompare una figura centrale nella cultura storica di tutto il vastese. Marco sapeva trasmettere la bellezza delle sue ricerche che sembravano uscite da un antico libro di avventure. Socievole e allo stesso tempo solitario, era persona nota per essere disponibile e generosa con tutti. Un personaggio eclettico, fuori dal comune ma mai sopra le righe, la cui opera resterà nel tempo, proprio come le meraviglie che ha riportato alla luce.
Marco Rapino mancherà a questa città, a tutte le città che hanno imparato a conoscere meglio loro stesse anche grazie a lui. Marco se ne è andato in silenzio, mancherà a tutti coloro che lo hanno conosciuto fin dai tempi degli scout,ma anche a coloro che l’hanno incrociato per un solo momento. Marco mancherà a tutti noi. Ci mancherà davvero, ma, come avrebbe detto uno dei suoi autori preferiti: “Io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”. Addio Marco. Con te se ne va la parte migliore di ognuno di noi. Addio amico mio, amico nostro, Addio.