Entri a Cupello la sera di lunedì 11 febbraio e trovi in vigili in alta uniforme. Se non sai di che si tratta, puoi pensare che sia la festa del Santo Patrono o comunque un evento a cui i cupellesi devono dare molta importanza. Non è la festa patronale, ma quello che si è svolto ieri sera è senz'altro un evento importante, per Cupello, perché nella sala consiliare del Comune ci sono il sottosegretario di Stato allo Sport (Giovanni Lolli), due presidenti regionali di Federazioni Gioco Calcio (Antonio Casentino della Regione Calabria e Daniele Ortolano, abruzzese), il vice presidente nazionale della stessa Figc, nonché presidente della Lega Nazionale Dilettanti (Carlo Tavecchio), ricevuti dal sindaco, Angelo Pollutri e moderati dal giornalista sportivo Italo Cucci. Che ci fanno cotante autorità sportive a Cupello? Ovviamente sono venuti a parlare di sport, ma non di quello che agonisticamente riempie i processi settimanali alle partite di calcio. Bensì sono venuti a parlare di un calcio pulito e soprattutto sono venuti a 'dare un calcio alla violenza', come recita proprio il tema del convegno. Si vuole dare anche da qui un calcio a quella violenza che si è resa colpevole in un piccolo stadio come quello di Cupello di mandare a morte il dirigente calabrese, al quale l'iniziativa è stata dedicata, il compianto Ermanno Licursi, la cui famiglia è stata invitata ed ha partecipato al convegno. L'evento è stato organizzato dalla locale amministrazione comunale e da due società sportive dilettantistiche: la Virtus Cupello, che milita in Promozione, e la Gs Montalfano, che milita in Terza Categoria. E' stato proprio il presidente del Montalfano, Sante D'Alberto, a proporre l'iniziativa al presidente regionale della Figc abruzzese, che a sua volta ha chiamato il collega calabrese e il referente nazionale dell'importante Federazione calcistica. Ortolano ha aderito volentieri all'invito di D'Alberto, perché è convinto che se gli episodi di cui è rimasto vittima Licursi (ed una settimana dopo a Catania l'ispettore di Polizia Filippo Raciti) si verificano lo si deve essenzialmente una concezione sbagliata del calcio, una concezione non educativa, non solidale e soprattutto non sportiva. Ecco perché iniziative come queste servono a trasferire nei giovani il vero concetto di calcio, ossia la vera disciplina per cui si battono dall'interno dirigenti di società come D'Alberto, il quale ha dichiarato: ''Noi facciamo calcio per divertirci, per passare giornate in compagnia ed in allegria e non certo spargere il seme della violenza. Noi vogliamo un calcio pulito, onesto e basato e sul rispetto dei valori di competizione leale''. Valori veri che evidentemente ancora risiedono in piccole realtà come Cupello che anche attraverso questo convegno ha voluto mandare un messaggio di pace e non violenza al mondo dello Sport.