La chiusura delle scuole, le limitazioni alla mobilità e agli scambi interpersonali hanno portato cambiamenti considerevoli e destabilizzanti alla routine di molti adolescenti con sentimenti contrastanti come: paura, tristezza e la rabbia di non poter vivere a pieno una fase importante e imprescindibile della vita. Tutto ciò causa un senso di impotenza e mancanza di progettualità per il futuro prossimo.
La DAD pur essendo una risorsa, limita tutte le opportunità di crescita e di scambio che possono avvenire esclusivamente in presenza, apparendo ai ragazzi un ”piatto indottrinamento”. Mancano le risate con il compagno di banco e il confronto con un docente, fino ad arrivare a tutte le opportunità di crescita quali possono essere dei laboratori, gli scambi culturali, le gite.
I ragazzi volenterosi si applicano anche davanti ad uno schermo ma chi ha qualche difficoltà di concentrazione non viene sempre coinvolto dalla didattica a distanza.
Molti ragazzi stanno cercando delle nuove routine, ma il rischio è che l’isolamento aumenti il senso di vuoto e disistima e soprattutto l’incertezza del futuro, caratteristiche queste che già di per sé fanno parte della fase adolescenziale ma che vengono ancor più amplificate con il rischio di aumentare disagi psicologici come ansia e attacchi di panico fino ad arrivare alla depressione.
Anna Cimino psicologa Associazione Emily Abruzzo