Appena tre giorni fa, il sindaco di Vasto, Francesco Menna, ha partecipato all'inaugurazione della nuova tac, dedicata al percorso Covid, senza pronunciare una sola parola di dissenso, mentre oggi attacca il nostro ospedale, ma soprattutto attacca i tanti operatori che vi lavorano, che si stanno impegnando per tutelare il nostro diritto alla salute, definendolo "una casa di riposo". Visto che il sindaco è un esperto di programmazione sanitaria, avendo lavorato nella segreteria dell'ex assessore Paolucci, ci dica dove dovremmo mettere i nostri malati covid, ci dica dove dovremmo spedirli in modo che abbiano la stessa assistenza che hanno al San Pio. Pensavo che ormai l'avessero capito tutti che la pressione esercitata dal Covid sulle terapie intensive, sui pronti soccorso e sui reparti è drammatico e riguarda tutti gli ospedali d'Italia, non solo il nostro San Pio, come vuole far credere il sindaco di Vasto. Ma mi devo ricredere, non tutti sono ancora consapevoli, vanno ancora dietro le scorie della propaganda.
E visto che c'è, oltre a dirci dove collocare i nostri malati covid, ci dica il sindaco:
1. Perché durante la sua collaborazione con l'ex assessore, Paolucci, sul San Pio non è stato speso un solo euro per metterlo in sicurezza?
2. Che fine ha fatto l'emodinamica che ci ha promesso?
3. Dov'è il nuovo ospedale di cui ci ha parlato per cinque anni?
4. Perché sono state declassate gastroenterologia, urologia e la direzione sanitaria?
5. E a Gissi, sono stati attivati gli otto posti letto per malati terminali promessi nel 2015? E i venti posti letto per RSA (residenza sanitaria assistenziale), e i venti posti letto con moduli residenziali per disabili?
Quando si capirà che stiamo combattendo un virus che può mettere in crisi il nostro sistema sanitario, oltre a quello economico, che la propaganda becera non serve ai cittadini che hanno guai grossi da affrontare?