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Riorganizzazione 'Covid' dell'Ospedale 'San Pio', polemica aperta

Pennetta (Comitato civico L'Arcobaleno) e Smargiassi (Movimento 5 Stelle) criticano il dg della Asl Schael

redazione
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La riorganizzazione di alcuni reparti dell'Ospedale 'San Pio da Pietrelcina' di Vasto apre un nuovo fronte polemico sulla gestione delle questioni sanitarie nel territorio.

Ad intervenire, in merito ad ultime disposizioni che interessano il presidio vastese, sono Angela Pennetta, responsabile del Comitato civico 'L'Arcobaleno' e Pietro Smargiassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle.

La Pennetta, che pone in risalto le responsabilità del direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti Thomas Schael, mette nel mirino l'accorpamento dei reparti di "Chirurgia ad Urologia ed Ortopedia e far diventare terapia intensiva reparto Covid. Tutto questo - rimarca - senza alcun finanziamento. Vasto ancora una volta Cenerentola d’Abruzzo. Schael dovrebbe pensare a ristrutturare l’ospedale, riaprire la cucina ed invece aggiunge caos e pericoli concreti per i pazienti e gli operatori sanitari che con immani sacrifici stanno portando avanti il loro duro lavoro".

Per Smargiassi la delibera 951 del dg Schael, l'Ospedale di Vasto "rischia di subire l'ennesimo attacco, fatto passare per riorganizzazione con un gioco di parole che non può nascondere la realtà dei fatti, e diventare presidio Covid. È l'ennesima dimostrazione di quanto la Asl stia brancolando nel buio. È gravissimo che in questa fase di emergenza e di crescita dei contagi, non ci sia una minima idea di programmazione. Hanno avuto mesi di tempo per farsi trovare pronti, e adesso ricorrono a delibere per stravolgere l'organizzazione ospedaliera. Tutto senza aver avuto alcun tipo di confronto con i rappresentanti del territorio. Se non era nelle previsioni della rete territoriale, vorrei capire come possa adesso l'ospedale di Vasto essere pronto a gestire casi Covid se non ci sono stati interventi né infrastrutturali né logistici. Fare cambiamenti a piacimento rischia solo di mettere in difficoltà il lavoro del personale e la salute dei pazienti".

Ulteriori sottolineature: “Che ne è stato degli investimenti ingenti fatti per strutture come quelle di Chieti e di Atessa per renderle funzionali alla gestione dei casi Covid se la Asl deve ridursi a scrivere delibere per smantellare il piano iniziale e scaricare responsabilità su Vasto? C'è mai stata la presentazione di un atto a livello ministeriale per attuare queste modifiche? Non lo sappiamo. La sola cosa di cui abbiamo consapevolezza è che adesso gli interventi ordinari, ciò di cui Vasto si sarebbe dovuto occupare, diventano a rischio. Viene da pensare che tutte le risorse pubbliche riversate sul territorio siano state utilizzate nel modo peggiore possibile, e questo non è accettabile".  

"Ma l'apertura a pazienti Covid – prosegue – non è l'unico provvedimento attuato. Si prevede anche la chiusura del reparto di Oculistica, un'eccellenza del nostro nosocomio che non sappiamo che fine farà. Ci saranno varie modifiche ai reparti, mentre l'unica ammissione di errore che emerge è la fine dell'accorpamento di Geriatria e Medicina, tornando a 18 posti letto, segno che le nostre denunce hanno probabilmente generato qualche ripensamento nel manager. Ciò che rimane però inaccettabile è la scelta di riconvertire la terapia intensiva in rianimazione Covid. Ci hanno ripetuto per mesi che Vasto non sarebbe diventato presidio per la cura di positivi al Coronavirus e adesso si rimangiano la parola data con una semplice delibera. Chissà cosa avevano di così importante a cui pensare i vertici della Asl e gli esponenti di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia del Consiglio regionale e della Giunta per non essere stati capaci di farsi trovare pronti alla seconda ondata. Eppure hanno avuto mesi di tempo per lavorare sulla sanità del territorio. Tempo, pare di capire, sprecato”.  

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