In Abruzzo sono stati relativamente pochi, in tutto 267 finora, i casi di Covid-19 tra i minori di 18 anni, ma proprio perché in gran parte asintomatici o paucisintomatici, i bambini sono potenzialmente dei grandi diffusori del Coronavirus.
E’ quanto emerge da uno studio della Clinica Pediatrica della Asl e dell’Università di Chieti, diretta dal professor Francesco Chiarelli, che sarà illustrato mercoledì 7 ottobre, alle ore 18, in un seminario nazionale on line sul “Covid-19 nei bambini in Abruzzo”. Si tratta del primo evento formativo proposto sull'argomento dalla Società italiana di pediatria (Sip), che metterà a disposizione delle altre sezioni regionali l'esperienza dei pediatri abruzzesi.
«E’ vero - spiega il professor Chiarelli - che nei bambini è raro un esito infausto. Si possono ammalare, in Abruzzo i sintomi sono stati lievi e moderati, ma in Italia e nel resto del mondo non sono mancati casi anche gravi e decessi. Ma proprio perché generalmente asintomatici o paucisintomatici, i bambini sono dei grandi diffusori di Coronavirus, tra di loro e, soprattutto, tra genitori e nonni. Per questo è fondamentale rispettare sempre, nella vita quotidiana, le precauzioni che tutti ormai dovremmo conoscere, dal distanziamento fisico, all’uso dei dispositivi di protezione, alla buona pratica del lavaggio delle mani».
Dall'inizio della pandemia a fine settembre sono stati 267 i casi di Covid-19 tra bambini e ragazzi da 0 a 17 anni in Abruzzo, rispetto a una popolazione pediatrica complessiva di 194.777 residenti. In 164 casi (il 61,42%) si è trattato di pazienti asintomatici, altri 58 (21,72%) sono stati i paucisintomatici, 43 (il 16,10%) ha avuto sintomi lievi e due (lo 0,74%) sintomi moderati. Dieci i pazienti ricoverati in ospedale. Altri 257 sono stati seguiti a domicilio dai medici delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) e dai pediatri di libera scelta anche utilizzando la telemedicina e con il teleconsulto.
Il 17,6% dei casi in Abruzzo ha riguardato la provincia di Chieti, il 37,5% quella di Pescara, il 24,7% quella dell'Aquila e il 20,2% il Teramano. Leggera la prevalenza dei maschi (53,6%) rispetto alle femmine (46,4%). Quanto alle fasce di età, si evidenza il crescere dei contagi al crescere dell'età: il 7,49% erano bambini di meno di un anno; il 16,10% da 2 a 5 anni; il 20,22% da 6 a 10 anni; il 56,17% da 11 a 17 anni.
Nella fase di lockdown, secondo lo studio, la maggior parte delle infezioni a carico dei bambini si è verificata all'interno di cluster familiari. Con la ripresa dei contagi dopo l'estate, i casi sono legati a cluster familiari, a rientri dall’estero o da vacanza e a migranti giunti in centri di accoglienza.