"Il Comitato intergovernativo della Convenzione Unesco 2003 ha iscritto la 'Festa del perdono celestiniano' nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità su proposta dell'Italia": è quanto si legge sul certificato Unesco consegnato alla comunità aquilana davanti alla basilica di Santa Maria di Collemaggio, prima dell'accensione del tripode della pace, momento che segna l'avvio ufficiale della Perdonanza Celestiniana, giunta all'edizione 726. Viene riconosciuto il fondamento storico secolare a valenza culturale e spirituale.
La Festa della Perdonanza Celestiniana, nel riconoscimento Unesco, non è folklorizzazione e spettacolarizzazione e va oltre il concetto di rievocazione storica. Il 'Fuoco del Morrone' con il suo 'Cammino del Perdono': sulle orme di Pietro Angelerio futuro Celestino V, che nel 1294 percorse 80 km attraversando 23 villaggi della provincia aquilana da Sulmona a L'Aquila, è uno dei momenti che meglio rende il senso di comunità e appartenenza.
L’intera comunità aquilana ha ora una grande responsabilità, quella di assicurare una migliore visibilità del patrimonio culturale immateriale, e di far prendere coscienza della sua importanza per favorire il dialogo nel rispetto della diversità culturale, spiega Elena Sinibaldi, 'focal point' nazionale per l'attuazione e implementazione della Convenzione Unesco 2003 .
Per l'Unesco, infatti, un patrimonio immateriale non è fine a se stesso, ma lo è in base alla sua capacità di sviluppare con costanza buone pratiche di salvaguardia, che potranno essere definite anche oltre gli eventi dal 16 al 29 agosto. Tale riconoscimento, infatti, è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione; la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. Il piano di salvaguardia dovrà comprendere strumenti che favoriscono l'inclusione sociale, il dialogo intergenerazionale, un rapporto tra comunità e istituzioni, anche una governance multilivello.