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'Scrittori in Piazza', incontro con Remo Rapino

Loris Di Edoardo dialoga con l’autore

redazione
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Stasera, alle 21,30, in piazza Barbacani, ci sarà il secondo appuntamento dell'iniziativa SCRITTORI IN PIAZZA, alla 26ma edizione, promossa da Emanuela Petroro della Nuova Libreria, con la presenza di Remo Rapino  e il suo romanzo:"Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio" ed. Minimum Fax. Loris Di Edoardo dialoga con l'autore.

Remo Rapino è stato insegnante di filosofia nei licei. Vive a Lanciano. Ha pubblicato i racconti Esercizi di ribellione (Carabba 2012) e alcune raccolte di poesia, tra cui La profezia di Kavafis (Moby-dick 2003) e Le biciclette alle case di ringhiera (Tabula Fati 2017). E’ stato finalista al Premio Napoli, finalista al Premio Campiello, finalista al Premio Subiaco Città del Libro, finalista al Premio Letterario Città di Rieti Centro d'Italia, candidato al Premio Strega, vincitore del Premio Cielo d'Alcamo per il miglior excipit

Liborio Bonfiglio è una “cocciamatte”, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira strambo e irregolare sui lastroni di basalto di un paese che non viene mai nominato. Eppure nella sua voce sgarbugliata il Novecento torna a sfilare davanti ai nostri occhi con il ritmo travolgente e festoso di una processione con banda musicale al seguito.Perché tutto in Liborio si fa racconto, parola, capriola e ricordo: la scuola, l'apprendistato in una barberia, le case chiuse, la guerra e la Resistenza, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio, la solitudine della vecchiaia.A popolare la sua memoria, una galleria di personaggi indimenticabili: il maestro Romeo Cianfarra, donn'Assunta la maitressa, l'amore di gioventù Teresa Giordani, gli amici operai della Ducati, il dottore Alvise Mattolini, Teté e la Sordicchia... Dal 1926, anno in cui viene al mondo, al 2010, anno in cui si appresta a uscire di scena, Liborio celebrerà, in una cronaca esilarante e malinconica di fallimenti e rivincite, il carnevale di questo secolo, i suoi segni neri, ma anche tutta la sua follia e il suo coraggio.

Attraverso il miracolo di una lingua imprevedibile, storta e circolare, a metà tra tradizione e funambolismo, Remo Rapino ha scritto un romanzo che diverte e commuove, e pulsa in ogni rigo di una fragile ma ostinata umanità, quella che soltanto un matto come Liborio, vissuto ai margini, tra tanti sogni andati al macero e parole perdute, poteva conservare.

Afferma una lettrice: "E’ uno dei più bei libri che abbia mai letto. Un libro da conservare gelosamente.

                                            

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