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Sommersi dall’incompetenza

Il punto di vista di Angelo Bucciarelli

redazione
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Riprendiamo l’intervento di Angelo Bucciarelli sul tema della Sanità Abruzzese. Angelo Bucciarelli, ex esponente Pd e promotore della coalizione civica, ha espresso più volte il suo punto di vista sulla Sanità Abruzzese. E’ molto attento alle difficoltà e le conseguenze che paga Vasto per le scelte regionali che in questi anni hanno privilegiato la sanità privata alla sanità pubblica.

 

“La censura più pesante da digerire per la Regione: “permangono le più volte richiamate carenze nella governance regionale, nonché le carenze nella governance con gli erogatori privati...". Basta questa frase, riportata sul verbale del tavolo ministeriale, a chiarire l’inadeguatezza di questo governo regionale. "Carenze nella governance" significa che non controllano la Sanità Regionale, significa che c'è una gestione superficiale e sbrigativa.

D'altronde, come possono quelli del ministero non scrivere una frase del genere sapendo che la Sanità abruzzese ha perso, nel 2019, ben 66 milioni di euro, coperti con il solito metodo alla Francesco Salvi, il comico e cabarettista: "quei soldi la devi metterli qua; quei soldi qua devi metterli la".

Ma il passaggio che più ci fa vergognare di essere abruzzesi è quando i tecnici ministeriali chiedono informazioni alla regione "in merito all’adozione della legge regionale 6 aprile 2020, n.9(sarebbe quella incommensurabile azione pessima con cui la Regione tentava di sanare i contenziosi con le cliniche private), che presenta diversi profili di incostituzionalità, tra cui la risoluzione bonaria dei contenziosi che potrebbe comportare oneri non quantificati e non coperti, oltre che non dovuti, per gli enti del Servizio sanitario regionale".

Ma la domanda che si fanno tutti gli abruzzesi (in particolare i vastesi) che soffrono le carenze della sanità pubblica è, a proposito della legge 9/2020: quando l'apertura del disaccreditamento ai sensi della l.r. 32/2008, visti i fuori budget presentati per la sanatoria?

Adesso basta!”

 

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