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INCENDI DOLOSI, IL NETTURBINO RESTA IN CARCERE

a cura della redazione
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E' tornato in cella nel carcere di Torre Sinello (nella foto), a Vasto, al termine dell'interrogatorio di garanzia di stamani, Paolo Mangiocavallo, il trentottenne netturbino sansalvese accusato di aver appiccato, proprio a San Salvo, due incendi dolosi e di un tentativo di estorsione ai danni di un operaio trentenne del posto nel mese di dicembre. I tre episodi per i quali, nell'inchiesta condotta dal pubblico ministero presso il Tribunale di Vasto, Irene Scordamaglia, e dai carabinieri, agli ordini del capitano Giuseppe Loschiavo, Mangiocavallo è stato individuato quale presunto responsabile si sono verificati tra il 21 ed il 29 dicembre. Il primo rogo ha distrutto una ''Mini Cooper'' di proprietà della compagna trentaquattrenne di Rodolphe Pinto, una delle persone arrestate, nel recente passato, per il rogo al capannone ''Cheope'' di articoli da regalo, nella zona industriale di San Salvo e alla ''Volvo'' del proprietario, l'imprenditore Antonio Di Petta. Il secondo incendio doloso si è, invece, verificato in via Roma, in pieno centro storico, dove è andata a fuoco la Daewoo ''Matiz'' di A.M., 48 anni, impiegata sansalvese. Sono state le telecamere della videosorveglianza, in entrambi i casi, a favorire le indagini dei carabinieri del Nor, nucleo operativo radiomobile, coordinati dal capitano Vincenzo Orlando, e dei loro colleghi della Stazione di San Salvo, diretti dal luogotenente Giuseppe Lavecchia. Accusato di danneggiamento a seguito di incendio e di tentata estorsione per la somma di 300 euro che avrebbe preteso da A.T., operaio sansalvese di 30 anni, Mangiocavallo è dipendente del ''Civeta'', il consorzio che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nel Vastese e che gestisce l'impianto di riciclaggio di Cupello. Il trentottenne stava lavorando nel capannone di proprietà della società consortile, che si trova vicino alla caserma dei carabinieri di San Salvo, quando è stato tratto in arresto, intorno alle 17 di martedì. Il Gip del Tribunale di Vasto, Caterina Salusti, al termine dell'interrogatorio di garanzia, ha disposto che l'uomo deve rimanere in carcere. Le indagini proseguono per verificare l'eventuale coinvolgimento in altri episodi simili verificatisi a San Salvo.
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