«E ora lo sposo non può baciare la sposa». Se fossimo in una commedia romantica americana ambientata in “epoca Coronavirus”, forse sarebbe stata questa la battuta ad effetto pronunciata dall’immaginario reverendo. Nel mondo reale invece, e precisamente presso la concattedrale di San Giuseppe di Vasto, Chiara Di Croce e Giulio Rossi si sono giurati per davvero amore eterno ai tempi del Covid-19. L’hanno fatto ieri, domenica 7 giugno 2020, una data che i due ricorderanno anche per un altro motivo: essere stati i primi sposi a pronunciare il fatidico “sì” in una chiesa vastese durante il post-lockdown da Coronavirus.
Dopo aver ottenuto la certezza che alla cerimonia avrebbero potuto partecipare anche le loro famiglie, i due fidanzati hanno deciso di non rimandare l’evento, con la piena consapevolezza di andare incontro a fortissime restrizioni su preparativi e festeggiamenti. La piccola “odissea” vissuta dalla coppia è cominciata dalle gravi problematiche logistiche di Giulio, che ha interamente vissuto l’emergenza legata al Coronavirus a Friburgo, in Germania, dove risiede e dove svolge la professione di fisico medico presso la Clinica Universitaria.
Come in un film d’avventura dal sapore picaresco, per tornare in terra natia il neosposo ha affrontato numerose peripezie: un viaggio di 1.055 km a bordo di un’automobile noleggiata “last minute” a causa di inattesi impedimenti burocratici, due confini nazionali da attraversare, telefonate al Ministero degli Interni, al Ministero degli Esteri e al Comune di Vasto, e una certificazione speciale firmata dal console di Friburgo in persona. Il tutto accompagnato dal timore che qualcosa potesse andare storto, come quando al confine svizzero-italiano ha dovuto attendere fremente per 45 minuti il via libera dalle autorità. Ottenuto il quale, Giulio ha finalmente potuto proseguire il suo lungo viaggio verso Vasto e verso la felicità eterna con la sua Chiara, insegnante vastese domiciliata a Voghera.
Felicità che i due neosposi hanno suggellato presso la concattedrale di San Giuseppe in una cerimonia presieduta dal parroco don Gianfranco Travaglini e concelebrata da don Sabatino Fioriti. Dalla ripresa delle funzioni religiose scattata il 18 maggio scorso, il parroco ha quantificato la capienza massima della chiesa in 80 persone. A partecipare alla cerimonia sono state poco più di 30, che con tanto di mascherine hanno osservato le disposizioni vigenti come il distanziamento sociale, il divieto di stretta di mano per il segno di pace e la somministrazione della comunione esclusivamente sulla mano del fedele.
Prima di poter entrare in chiesa, i partecipanti hanno atteso il completamento del processo di sanificazione successivo alla funzione domenicale. Poi i due novelli sposi, insieme ad amici e parenti, hanno festeggiato presso il ristorante “Vistamare”, al cui ingresso tutti i presenti sono stati sottoposti alla misurazione della temperatura corporea. A immortalare questo evento “da record” non poteva che esserci un fotografo “da record”, ovvero Costanzo D’Angelo, l’artista vastese autore dello scatto virale “Risvegli all’italiana” che ha fatto letteralmente il giro del mondo. Ieri, domenica 7 giugno 2020, c’è stato invece questo “matrimonio all’italiana” per certi versi ancora più memorabile: perché è stato il primo “sì” pronunciato in una chiesa vastese dall’esplosione della pandemia da Coronavirus. Ma, a differenza del film immaginario citato all’inizio di quest’articolo, la battuta pronunciata dal celebrante reale è stata del tutto diversa. Don Gianfranco, al termine delle promesse, infatti si è rivolto così ai freschissimi sposi: “Ora che siete finalmente congiunti, dopo la messa, datevi pure un bacio".