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AMPLIAMENTO DEL PORTO, L'ARCI: TROPPO INQUINAMENTO

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Navi che possono trasportare fino a 100 camion e 550 automobili. Conseguenza: l'aumento dell'inquinamento da gas di scarico nell'area di Punta Penna, a due passi dalla riserva di Punta Aderci, per via del continuo andirivieni di mezzi. L'Arci torna a contestare il progetto di ampliamento del porto di Vasto (nella foto), che prevede il raddoppio dell'attuale bacino. Uno studio redatto da un architetto dell'associazione punta il dito contro il traffico ''Ro-Ro'', cioè la possibilità, prevista dal piano nazionale sulle cosiddette ''autostrade del mare'', di accogliere a Punta Penna navi in grado di contenere mezzi di trasporto su ruota, cioè auto, camion e vagoni ferroviari. ''In sostanza - si legge nella ricerca del professionista vastese - una moderna unità 'Ro-Ro', di 6 metri e mezzo di immersione e lunga 180 metri, che, parafrasando il Master Plan del Ministero dei Trasporti, di certo potrà essere ospitata nel futuro porto, trasporta fino a 550 automobili (senza autocarri). Una stessa unità, con apposite corsie dedicate ad autocarri, ne trasporta circa un centinaio''. Il problema sollevato dall'Arci, di cui è responsabile in città Lino Salvatorelli, è proprio questo: di quanto aumenterà l'inquinamento dell'aria dal momento in cui i mezzi pesanti arriveranno, con i loro tubi di scappamento, a Punta Penna? E poi, le ''autostrade del mare'' dovranno, nei progetti dei governi nazionali dal 2001 ad oggi, ''ridurre - spiega lo studio - il traffico su gomma nel territorio. Come se l'aumento del traffico marittimo sia esente da consumo di energia, produzione di anidride carbonica, inquinamento dell'aria e (elemento in più) del mare da idrocarburi e rifiuti''. Nel nuovo porto, secondo il tecnico dell'associazione ''potranno sostare giornalmente al massimo un paio di navi Ro-Ro, trasportando ognuna circa un centinaio di tir''. Per raggiungere questo obiettivo e realizzare il piano regolatore portuale elaborato dall'ingegner Paolo Contini della ''Modimar'', incaricato dal consorzio industriale che vuole arrivare a costruire il secondo bacino nel giro di 10 anni, serviranno circa 145 milioni di euro, quasi tutti da trovare. ''Un porto marittimo - prosegue il documento - può rientrare nel progetto 'autostrade del mare' se presenta dei requisiti specifici. Il requisito fondamentale è che il porto interessato deve presentare un interporto, ovvero una zona di stoccaggio merci con asserviti servizi operativi e logistici. Non necessariamente l'interporto deve essere all'interno del porto, tuttavia gli scali regionali - Giulianova, Pescara, Ortona e Vasto - non hanno interporti. Questo è un dato di fatto, ma tale è l'appetibilità dei fondi messi a disposizione dai vari governi, che stanno sorgendo lungo la penisola progetti su progetti, come appunto quello della 'Modimar'. Progetto che tende a colmare la carenza logistica raddoppiando le superfici portuali''. Ma il bacino di Punta Penna, ''come asserito nel Master Plan del Ministero dei Trasporti, 'è perfettamente in grado di svolgere il suo ruolo. I recenti investimenti programmati rendono in particolare il porto di Vasto, con i suoi 65 mila metri quadri di piazzali, competitivo e in grado di ospitare un collegamento 'Ro-Ro' per tutto l'arco dell'anno''.
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