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Dispositivi di protezione individuale carenti negli ospedali, nuovo appello dei sindacati

Lettera delle organizzazioni sindacali Fials, Fsi-Usae, Nursing Up e Nursind

redazione
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Dispositivi di protezione individuali degli operatori sanitari negli ospedali, nuovo appello, al direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti Thomas Schael e all'assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, delle organizzazioni sindacali Fials, Fsi-Usae, Nursing Up e Nursind.

"Egregio Direttore Generale, facendo seguito alle molteplici segnalazioni allarmanti che giungono alle scriventi OO.SS, con la presente siamo ad evidenziare la grave carenza dei Dispositivi di Protezione Individuale (maschere, guanti, gel disinfettante, tute, camici e calzari) necessari a garantire la sicurezza del personale Infermieristico e Sanitario tutto, in troppe aree dell’assistenza le quali, per quanto non appartenenti ai servizi di Emergenza, hanno eguale Rischio esponenziale per se stessi in qualità di operatori, ma per la stessa utenza, ai fini di una trasmissione esponenziale del Virus. Non avrebbe dovuto esserci alcuna “sorpresa”, dal momento che l’allarme è stato lanciato da gennaio e dunque c’è stato tutto il tempo utile e necessario di predisporre l’adeguato approvvigionamento dei materiali.

Pertanto esigiamo che, al di là delle parole di gratitudine verso una categoria che si sta dimostrando esemplare, dopo peraltro aver fatto tanto clamore con la Denuncia alla Procura della Repubblica, gesto di per sé deplorevole, riguardo una Professione che allo stato attuale è in trincea più di qualunque altra, per la mancanza di pochi dispositivi “rubati”, del quale sicuramente non si vuole disconoscerne la gravità del gesto, ma che resta confinato ad una singola circostanza e a pochi lavoratori, i quali, presi dall’eccessiva preoccupazione hanno infranto le più elementari regole di civiltà, gli Operatori hanno paura , si, ed essa non si contiene gridando loro di togliere la mascherina, il rischio è troppo alto, anche per atteggiamenti non più di collaborazione, pertanto si appronti immediatamente la fornitura e consegna di tali DPI a garanzia dell’incolumità dei lavoratori coinvolti nell’opera di assistenza non solo ai pazienti infetti, ma anche ai casi sospetti, onde ovviare alla diffusione del contagio e alla messa in quarantena di unità operative intere.

Tenendo conto che: la dotazione dei lavoratori dei DPI appropriati ai rischi individuati è un obbligo del datore di lavoro rimarcato dal D.Lgs. n.81/2008, art. 18, comma 1, lettera d), che deve: “fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale”. Dal momento in cui si rende necessario l’utilizzo dei DPI da parte dei lavoratori, il datore di lavoro diventa il Diretto Responsabile della identificazione, della scelta, dell’utilizzo e della gestione dei DPI stessi e dovrà adempiere a precisi obblighi che il decreto specifica dettagliatamente all’art. 77 – Obblighi del datore di lavoro. “I DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475, e sue successive modificazioni” (D.lgs. n. 81/2008, art.76, comma 1). “In caso di rischi multipli che richiedono l’uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell’uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti”. (D.Lgs. n. 81/2008, art.76, comma 3). Tra gli obblighi specifici del datore di lavoro stabiliti dal D.Lgs. n. 81/08 rientra quello di “fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale” (art 18, lettera d)), quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche ed organizzative di prevenzione. Si chiede un riscontro urgente a ciò che segue: -Ci sono scorte a sufficienza tali da garantire le dotazioni previste in caso di alto contenimento? -Ci sono evidenze su informazioni/formazioni fornite ai lavoratori su corretto uso? -Ritiene sufficiente aver fornito le corrette disposizioni ministeriali in merito alle corrette procedure da applicare e contestualmente è certo di aver fatto la Dovuta formazione al personale Sanitario tutto sulle conoscenze da Coronavirus con la Sola unica giornata formativa ad un numero esiguo di partecipanti rispetto alla totalità dei dipendenti interessati? -Ritiene sufficiente in presenza di una sola giornata di formazione, adeguata ed altrettanto sufficiente fornire informazioni in merito ad un link ministeriale affinchè il personale di propria iniziativa si adoperasse per acquisire la necessaria formazione? -E’ consapevole che, in una Emergenza di tale entità, allo stato dell’arte, ha esperito la delibera di assunzione di Personale Infermieristico a tempo determinato necessaria a sopperire alle Gravissime carenze di Organico con Gravissimo Ritardo, peraltro non sufficiente a porre rimedio alle gravissime emergenze che stanno determinandosi perché il suddetto personale non prenderà servizio in tempi ragionevolmente brevi, rispetto a quelli stringenti della necessità di personale nell’immediato? -E’ consapevole che il Dirigente Infermieristico relativamente ad un uso ritenuto improprio dei DPI ( guanti e mascherine) con accusa generalizzata rivolta con particolare riferimento al personale infermieristico le quali stridono fortemente riguardo allo stesso personale che corre i maggiori rischi di contagio e diffusione e tutto ciò proprio nel momento in cui in questa Azienda si sta verificando l’esplosione di un numero considerevole di contagi. -Ritiene corretto dinanzi alla conferma di pazienti risultati positivi al COVID-19 che ai restanti pazienti venga deciso di effettuare il tampone, mentre al personale Infermieristico che ha avuto il più stretto contatto con il paziente positivo si applichi la decisione di evitare il tampone tranne in caso di febbre e tosse?

Le chiediamo: se nel frattempo questo personale ha contratto anch’esso il Covid-19 e continuando a svolgere il proprio servizio infetta ulteriormente altro personale e/o altra utenza perché nel frattempo si deve dare corso alle indicazioni del Dirigente Infermieristico e non bisogna usare mascherine (le quali peraltro non vengono più fornite e in tanti lo hanno acquistato personalmente ) è la corretta applicazione delle indicazioni ministeriali? - E’ consapevole che un numero sempre maggiore di personale nei prossimi giorni , superata la fase di incubazione può determinare addirittura una ulteriore esplosione di casi positivi e soprattutto tra il Personale Sanitario tanto che le Sue scellerate decisioni stiano addirittura Aggravando una situazione a dir poco esplosiva? La colpa di chi sara’?

Egregio Direttore, tutto ciò a rappresentare grave disappunto che le scriventi OO. SS. vogliono rappresentarLe rispetto ad una scarsa capacità da parte Sua di identificare quali erano le reali priorità di questa Azienda e quanto il Suo operato ha disatteso le criticità emergenziali di questo periodo rafforzando ulteriormente quanto Lei non è riuscito a rispondere ai reali bisogni del Personale di questa Azienda e della collettività che subisce passivamente tale disorganizzazione.

Nella speranza che le prossime decisioni in cui sarà chiamato a fornire, sapranno rispondere meglio alle aspettative altrui. In attesa di un incontro a breve, Cordiali Saluti.

A sottoscrivere la lettera sono: Giordano Di Fiore (segretario provinciale Fials), Raffaello Villani (segretario provinciale Fsi-Usae), Patrizia Bianchi (referente regionale Nursing Up) e Vincenzo Pace (segretario provinciale Nursind).

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