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Diffide e ordinanze di demolizione in contrada Canale, opere abusive 'nel mirino'

Menna: "L’obiettivo è che quei terreni utilizzati da decenni dai privati tornino di proprietà dell’amministrazione pubblica"

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Venti diffide e quindici ordinanze di demolizione con contestuale ripristino dello stato dei luoghi. Il Comune dichiara guerra alle opere abusive realizzate da privati cittadini in contrada Canale, una delle più belle località della costa e intima l’abbattimento  di recinzioni, cancelli, tettoie di legno, rimesse per attrezzi e box. La storia è quella delle aree di risulta delle Ferrovie date in concessione ai privati 40 anni fa a canoni irrisori. Si tratta di terreni che risultano essere di proprietà della Provincia e che, con l’avvento della Via Verde, potrebbero tornare ad essere fruibili.

“Il mio sogno è che Canale diventi un parco pubblico e farò di tutto per realizzarlo”, dice il sindaco di Vasto, Francesco Menna, “certo bisognerà reperire le risorse necessarie. L’obiettivo, ora, è che quei terreni utilizzati da decenni dai privati, tornino di proprietà dell’amministrazione pubblica”. 

I privati dal canto loro non ci stanno e contestano i provvedimenti, emessi dal dirigente della sezione Urbanistica comunale, Stefano Monteferrante, i cui termini non sono ancora scaduti.

In tutti questi anni ci siamo presi cura di questi terreni, assicurando la pulizia e la necessaria manutenzione”, si sfoga uno dei destinatari delle ordinanze, “abbiamo rispettato e contribuito a preservare quei luoghi che ora rischiano l’abbandono. E’ questo che vogliono?

Le ordinanze arrivano a distanza di circa quattro anni dai sopralluoghi effettuati dal personale tecnico dell’ente e dopo una copiosa corrispondenza intercorsa fra il Comune di Vasto, la Provincia  e la Ferservizi spa. Che in località Canale fossero state realizzate una serie di opere abusive che nel corso degli anni hanno ostacolato la libera fruizione di quel pezzo di scogliera, è cosa nota e da sempre oggetto di polemica.

Cancelli, recinzioni e reti metalliche allestiti dai privati con la giustificazione di impedire l’abbandono di rifiuti, l’occupazione e il passaggio di animali selvatici, devono ora essere rimossi.

I destinatari hanno 90 giorni di tempo (dalla notifica dei provvedimenti) per demolire le strutture realizzate senza autorizzazione – fra cui quella paesaggistica – e per ripristinare lo stato dei luoghi. Ma arrivare ai provvedimenti non è stato affatto facile, come ha ricordato nelle scorse settimane il gruppo “Avanti Vasto”, che due anni presentò una mozione approvata dal consiglio comunale  il 18 ottobre 2017 con i soli voti della maggioranza di centrosinistra.

Il problema che si trascinava da anni, con tutto il corredo di polemiche estive, ha avuto una improvvisa accelerata nel 2018 con le procedure di esproprio della tratta ferroviaria dismessa per la realizzazione della pista ciclopedonale della Via Verde.

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