Il ''cavaliere conteso'', verrebbe da dire. In Consiglio comunale a Vasto, dopo l'ultima seduta di lunedì pomeriggio, è tornata a 'concretizzarsi' quella che era stata la spaccatura che aveva portato la coalizione di centrodestra, alle scorse elezioni comunali del 2006, a dividersi tra le candidature a sindaco di Giuseppe Tagliente, a capo di una lista civica sostenuta anche da Alleanza Nazionale ed Udc (con quest'ultimo sempre rivestente il ruolo di consigliere regionale azzurro) e di Guido Giangiacomo, sostenuto ufficialmente da Forza Italia e da una lista capeggiata dal primo cittadino uscente Filippo Pietrocola. Passate le elezioni, contraddistinte dalla prima, storica affermazione del centrosinistra guidato da Luciano Lapenna, il dissenso tra i due si era in qualche maniera ''ricomposto'' nell'ambito dell'opposizione all'attuale maggioranza. Ma l'ultima iniziativa di Berlusconi, quella di voler puntare alla formazione del nuovo Partito del Popolo della Libertà , ha rianimato la contrapposizione. Da un lato c'è l'ormai ex Comitato Civico, con i consiglieri Tagliente, Marcello, Marcovecchio e Notarangelo ad aver costituito il nuovo gruppo del Ppl. Dall'altro c'è Guido Giangiacomo, che continua ad essere l'unico rappresentante 'ufficiale' di Berlusconi nell'assise civica a Vasto che ha deciso di cambiare il nome del gruppo in Consiglio in Forza Italia verso il partito dei moderati e dei liberali. Ed ha spiegato le sue motivazioni leggendo in aula anche un documento ufficiale di Silvio Berlusconi indirizzato ai rappresentanti del partito nel territorio nel quale si legge: ''E' necessario evitare di assumere a livello locale iniziative estemporanee prima che si svolga l'assemblea costituente del nuovo partito. Ti prego quindi, in questa fase di transizione, di rapportarti con le strutture del partito e con il coordinamento nazionale, nella persona di Sandro Bondi''. La frammentazione, insomma, a livello formale e forse anche sostanziale, c'è tutta.