Dal 30 novembre all'11 marzo, saranno otto gli spettacoli per la tradizionale stagione teatrale organizzata dall'Atam, l'associazione teatrale abruzzese e molisana in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Vasto. L'apertura è affidata ad una delle prime commedie di Shakespeare, La commedia degli errori, ispirata al modello plautino dei ''Menecmi''. Lontano dal ricalcare il plot originale, Shakespeare amplifica e raddoppia il ''doppio'' dei gemelli, dando vita ad una giornata di progressivi e folli equivoci, scandita da interventi di grande comicità . A mettere in scena la piéce Giuseppe Pambieri, affiancato da Micol Pambieri, Nino Bignamini, Vera Castagna. Ancora la classicità più rigorosa con La locandiera (11 dicembre) di Carlo Goldoni, testo considerato uno dei capolavori del grande drammaturgo. L'allestimento di Jurij Ferrini privilegia una lettura in chiave moderna e senza lieto-fine, sottolineando la giocosità solo apparente dell'opera e la teatralità viva e pulsante che la stessa esprime. Il 18 dicembre vanno in scena i Monaci Shaolin Wudang con L'altro volto della Cina, spettacolo che ci offre un vero e proprio spaccato dell'attuale cultura cinese, divisa tra misticismo e modernità , in bilico tra due culture: l'una proiettata verso il progresso, l'altra fortemente ancorata ad antiche e millenarie tradizioni. Tutt'altre atmosfere con il Don Fausto di Antonio Pepito (15 gennaio), rocambolesco e immaginario viaggio sulle orme di Goethe, rivisitato in chiave ''campana'', complice la regia di Arturo Cirillo e una Compagnia tutta ''partenopea''. Tullio Solenghi sarà il protagonista, il 29 gennaio, del capolavoro di Beaumarchais, Le nozze di Figaro, che il regista, Mario Tarasco, definisce ''un'allegra commedia in un mondo che crolla''. Un'anticipazione dei tempi nuovi, dunque, simbolo della lotta del Terzo Stato contro una classe sociale e politica che chiude per sempre l'''ancien regime''. Il 7 febbraio salgono sul palcoscenico i sette peccati capitali (Seven), raccontati da Giobbe Covatta con la consueta e dissacrante ironia. Da contraltare la magistrale orchestrina degli U3, mentre scorrono le immagini di sensuali attrici, grassi americani e smunti bambini neri. Ancora una storia che gioca con il paradosso, il 26 febbraio, con Gioele Dix, per la regia di Sergio Fantoni con Tutta colpa di Garibaldi. La storia è quella del mitico eroe dei due Mondi, figura complessa che sfugge a qualsiasi definizione, amata e odiata; sempre alle prese con slanci epici e clamorosi ritiri. Chiude la stagione, l'11 marzo, Miseria e Nobiltà , capolavoro di Eduardo Scarpetta, sempre in bilico tra due temi di grande teatralità : la tragedia della fame e il grottesco della nobiltà . Firma la regia Armando Pugliese, mattatore della serata Francesco Paolantoni.