Il discorso del sindaco Francesco Menna in piazza Brigata Maiella, nelle celebrazioni mattutine del 25 Aprile a Vasto.
"Cari Concittadini,
vi do il mio benvenuto in questa piazza dal nome fortemente evocativo, in un giornata particolare - il 25 aprile - che, a ragione, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito il nostro "secondo Risorgimento".
L’Amministrazione Comunale di Vasto, annualmente promuove l’organizzazione delle celebrazioni istituzionali nella ricorrenza del 25 aprile, Festa Nazionale, Festa della Liberazione, grazie al lavoro propulsivo messo in campo della sezione cittadina dell’A.N.P.I. a cui, rivolgo, a nome dell’intera comunità, il più sincero ringraziamento per il ruolo che, sempre, riveste a presidio culturale della vicenda storica che consegnò alla nostra Italia, lo status di nazione democratica ed indipendente… in poche parole: la conquista della libertà!
Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani liberi.
Il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno combattuto sacrificando la loro stessa vita per la causa della libertà.
E il nostro ricordo va ai nomi della nostra terra tra cui Antonio Cieri, Leonardo Umile e Armando Ottaviano le cui steli, in Piazza Rossetti, richiamano a quel “dovere della memoria” che è patrimonio civile e morale da conservare e trasmettere, inalterato, alle nuove generazioni.
Con i protagonisti della Resistenza, i giovani di oggi condividono la giovinezza: la maggior parte di loro aveva vent’anni.
Erano tutti animati da una grande speranza per il futuro del proprio Paese. A quei ragazzi diciamo, oggi, nuovamente “grazie” per tutto quello che hanno fatto, per noi e per l’Italia. Il loro sacrificio si sarebbe presto tradotto negli ideali di libertà, uguaglianza, giustizia sociale e ripudio della guerra che, costituendo il patrimonio valoriale dell’antifascismo, divennero il nucleo fondante, il centro, della missione storica dei padri e delle madri costituenti, dalle cui mani uscì la più bella Carta Costituzionale del mondo.
In Abruzzo la formazione partigiana che dà il nome di questa piazza, Brigata Maiella, la sola decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare, ispirò la sua azione a questi ideali grazie al suo promotore Ettore Troilo, avvocato socialista, attivo antifascista.
La fiducia degli alleati, la propria autonomia strategica dagli stessi, il suo carattere apolitico e non violento furono la forza della Brigata Maiella, la cui azione non si arrestò con la liberazione dell’Abruzzo nel giugno ’44, ma continuò con la lotta nelle regioni del centro e del nord Italia: tant’è che oggi è celebrata ed onorata perfino dalle grandi formazioni partigiane del Nord.
Nessuna popolazione in Italia si prodigò come quella abruzzese nell’aiutare non solo i partigiani locali ma i tanti sconosciuti soldati italiani e le migliaia di militari alleati fuggiti dagli affollati campi di prigionia tedeschi. Fu una vera e propria Resistenza umanitaria, coraggiosa e corale, che farebbe meritare una Medaglia d’Oro anche al popolo abruzzese.
Questa, cari concittadini, è una giornata di ricordo. Mai dimenticare da cosa siamo stati liberati.
Sono i nostri valori, i valori della Repubblica Italiana. Guai però a considerarli acquisiti una volta per sempre. Essi sono continuamente minacciati da gruppi e organizzazioni populiste, che, soprattutto oggi, rappresentando l’insoddisfazione generata da una crisi economica senza precedenti, si cimentano nell’allontanarci gli uni dagli altri, ripristinando barriere di diffidenza e di odio che credevamo di aver definitivamente superato.
Serve, perciò, una battaglia innanzitutto culturale. Parliamo con i nostri ragazzi, non lasciamoli in preda a questa sottocultura; trasmettiamo loro, nel modo più semplice e più chiaro possibile, la bellezza di quei valori che ci vedono insieme oggi, su questa piazza e in tante altre piazze d’Italia.
Vorrei concludere con le parole che Piero Calamandrei rivolse ai giovani, a Milano, dieci anni dopo la Liberazione. Era un discorso sulle origini della nostra Costituzione. “Se volete andare in pellegrinaggio – disse Calamandrei – nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate li, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.
Viva la Resistenza! Viva la Repubblica! Viva l'Italia!"
Foto di Andrea Marino