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"Noi non siamo come loro"

Il ricordo delle vittime della Mafia con le parole del Commissario Ninni Cassarà

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Guardando una cartolina sembra quasi di sentirlo sulla pelle quel caldo sole di Luglio che riscalda Palermo; possiamo quasi avvertire il dolce suono delle onde che bagnano le spiagge dorate di Sicilia e possiamo respirarne l'aria al sapore di sale marino. 

Potremmo quasi desiderare di prendere un gelato con la nostra fidanzata, avvolti da così tanta bellezza, e poi... una gita in barca su di un mare bellissimo che costeggia, però, una terra fin troppo macchiata di sangue innocente; fu proprio questo l'ultimo desiderio di Giuseppe Montana, abile poliziotto e collaboratore del 'Pool Antimafia'. Aveva soltanto 34 anni quando un certo Salvatore Marino gli tenne un agguato, alle spalle, di rientro dalla sua gita in mare. 

Marino fu arrestato e torturato, al fine di riuscire ad ottenere informazioni in merito al mandante dell'omicidio Montana, invano; le torture si protrassero per tutta la notte conducendo l'uomo alla morte. Una morte che alcuni considererebbero accettabile: egli è, per taluni, soltanto un assassino; per altri era, prima di tutto, un Uomo. 

Antonino Cassarà richiamo' duramente i propri uomini, colpevoli della morte di Salvatore Marino, e si rivolse loro tuonando: "NOI NON SIAMO COME LORO!". 

"Noi non siamo come loro" perché 'Criminale', secondo il Commissario Cassarà, è anche chi decide di ricorrere ai loro stessi mezzi, sebbene per perseguire un fine diverso; è molto più di una rimprovero, è un Comandamento: siamo diversi, Noi, da quella 'montagna di merda'. 'Noi' abbiamo il Nostro senso dello Stato, la nostra umanità e non siamo colpevoli di procurare sofferenze al prossimo. 
Se da un lato è necessario scegliere tra il bene e il male, dall'altro risulta altrettanto necessario identificare il confine tra le due accezioni e non confondersi con ciò che vi è oltre: la Mafia. Sono le nostre azioni, più delle nostre parole, a rivelare ciò che siamo veramente, a definire a quale schieramento apparteniamo. 

Cedendo alla Rabbia potremmo pensare che, dinanzi ad eventi tragici quali l'assassinio di un uomo, la soluzione migliore sia destinare lo stesso trattamento a chi commette il crimine: la pratica di 'occhio per occhio, dente per dente' è estranea a chi crede nella legalità ed è del tutto lontana dalle idee di eroi come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici e lo stesso Ninni Cassarà. 

Se così non fosse, non ci sarebbe differenza tra Noi e Loro: avremmo tutti una mentalità Mafiosa; se così non fosse, questi uomini coraggiosi e desiderosi di liberare la propria terra, sarebbero morti invano. 

Sono, invece, queste semplici cinque parole (Noi-non-siamo-come-loro) la nostra più grande arma contro questo regime di Criminalità, è questa nitida convinzione quella che deve guidarci: credere nel rispetto degli Uomini e della Legge, anche al prezzo di divenire 'morti che camminano'.

È proprio questo l'insegnamento che erediteremo da Ninni Cassarà: egli morirà il 6 Agosto del 1985, circa dieci giorni dopo il poliziotto Giuseppe Montana. Aveva 38 anni, lo 'sbirro', e spirò sulle scale di casa tra le braccia della moglie Laura, accorsa in lacrime dopo aver visto l'accaduto insieme alla figlia dal balcone della propria abitazione. 

Potranno uccidere tutti, far saltare in aria ogni autostrada; potranno macchiare il Mediterraneo di Sangue, potranno arrivare ad oscurare le luminose mattinate estive siciliane, ma Noi non saremo mai come loro ed è proprio questa la loro più grande sconfitta. 

Piermario Angelini 

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