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"Il Bue dice cornuto all'Asino": le contraddizioni del Movimento Cinque Stelle

(La critica nella Critica)

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-DI COSA PARLIAMO: Domenica 3 Marzo il popolo del Partito Democratico, tramite il voto ai 'gazebo', ha eletto Nicola Zingaretti al ruolo di Segretario del Partito permettendo allo stesso di avere la meglio sugli altri due candidati (Maurizio Martina e Roberto Giachetti) grazie al 66% delle preferenze.

-LA RIFLESSIONE: In molti hanno cercato, già pochi minuti dopo aver appreso la notizia, di screditare fin da subito il nuovo Segretario, in favore di altri esponenti politici (per i quali, a quanto pare, è in corso l'atto di "beatificazione"!) e la pratica delle Primarie, in favore di altri sistemi... noti a livello internazionale per la loro "trasparenza"! Ma la Politica non è una mera sfida dai toni calcistici e forse qualcuno, ancora, non se ne rende conto.

Il primo round dell'operazione di screditamento ha visto, fin da subito, alcuni noti 'Magistrati del Web' indagare sul passato di Nicola Zingaretti, lanciando accuse basate sull'esistenza di indagini per 'Corruzione' a suo carico e su una sua eventuale implicazione nel caso di 'Mafia Capitale'; nulla di nuovo: è il potere del Web che permette a tutti di divenire, improvvisamente, giudici ed avvocati.

Purtroppo questa dote dell'internet va sfruttata con molta cautela perché, svolgendo un'analisi più accurata, si può facilmente verificare il fatto che sia in corso una richiesta di archiviazione sul caso di specie (il 'garantismo' ci insegna che si è innocenti fin quando non siano i giudici, quelli veri, a stabilire il contrario).

Morale della favola: sono difendibili soltanto gli indagati del Movimento Cinque Stelle e, in particolare, Virginia Raggi.

Il secondo round ha visto protagonista una campagna di sbeffeggiamento ai danni delle Primarie PD perché... parliamoci chiaro: la 'democrazia diretta' è tale solo quando viene messa in pratica tramite la 'Piattaforma Rousseau"; in poche parole: un sistema gestito dalla "Casaleggio Associati S.r.l." (che, in quanto tale, si fonda sulle decisioni che scaturiscono dalle riunioni private degli amministratori) che viene rispolverato, principalmente, quando gli amministratori non hanno intenzione di assumersi le responsabilità delle decisioni politiche che loro competono, nella quale si può votare "soltanto" dopo sei mesi d'iscrizione al Movimento e, soprattutto, soltanto se si è iscritti. Morale della favola: o sei iscritto o non puoi esprimere il tuo parere. Forse ANCHE il pagamento di 'due euro' può ritenersi una condizione accettabile se l'alternativa è non esprimere affatto la propria volontà (Rousseau chi?!).

E poi, ancora, qualcuno ha analizzato la partecipazione alle Primarie: "il Partito Democratico è 'finito'! Ciò che li porta a questa conclusione è il fatto che (soltanto) un milione e seicento mila persone si siano recate ai gazebo nel 2019 rispetto ai tre milioni e settecento mila del 2007. Tuttavia, studiando i dati riguardanti l'elezione telematica del candidato premier del Movimento, con circa trentasette mila partecipanti su cento quaranta mila aventi diritto (2018, fonte: La Repubblica.it), si può giungere facilmente ad una conclusione: un PD, ai minimi storici, vanta una partecipazione maggiore di un Movimento Cinque Stelle ai massimi storici. Se il Partito Democratico è "finito", sarebbe meglio non verificare lo stato di 'salute' del Movimento...

Non ci meravigliamo: del resto anche Beppe Grillo (il Comico), giorni fa, aveva screditato la partecipazione di oltre cinquecento mila persone ad una manifestazione tenutasi a Milano. Rispettare le opinioni altrui è un risvolto fondamentale dell'ideale di 'Democrazia' sul quale il Movimento si fonda, quindi: qual è il loro concetto di 'Democrazia'?

"Non c'è nessuno che lo sa!", ci suggerirebbe un noto Oscar Avogadro.

Piermario Angelini, Vastese e Studente.

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