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Modelli educativi digitali contro rischi e insidie della 'rete': "E si riparta dalla cultura"

Progetto del Corecom Abruzzo per le scuole primarie per contrastare i fenomeni, sempre preoccupanti, di cyberbullismo e non solo

redazione
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Un 'patentino' per l'utilizzo dello smartphone e delle tecnologie sul web da parte dei più piccoli per combattere il cyberbullismo ed essere in grado di decodificare i contenuti della rete.

Questa la novità che potrebbe partire già dal 2019 tra i banchi della scuola primaria, dalla prima alla terza elementare. Ad annunciarlo il presidente del Corecom Abruzzo e dei Corecom italiani, Filippo Lucci, commentando, durante il Forum Ansa organizzato nella sede di Pescara, l'allarme lanciato dal Censis per il quale secondo gli oltre 900 dirigenti scolastici interpellati dal Censis, sono gli episodi di bullismo (75,9%), cyberbullismo (67,3%) e furti ai danni di altri studenti o insegnanti (60,4%) a interferire di più con il normale vissuto scolastico

"Il progetto del Corecom è quello di un vero e proprio format composto da 'Moduli educativi digitali', realizzato da educatori, creativi e psicologi, che prevede un ciclo di 20-30 lezioni durante il quale - spiega Lucci - gli alunni vengono accompagnati dagli insegnanti e al termine del quale affronteranno un test finale con consegna del patentino. Come per l'auto, occorre imparare a 'portare' la macchina complessa del web e riuscire a riconoscere i tranelli e a schivare i pericoli. Non ci si improvvisa con l'uso delle tecnologie. I dati del Censis così allarmanti - prosegue Lucci - rafforzano in noi la consapevolezza che questo problema del bullismo e del cyberbullismo è la vera emergenza in Italia per quanto riguarda i giovani e l'unica possibilità che abbiamo noi come Istituzione è quella di mettere in campo la formazione degli insegnanti, il dialogo continuo con i genitori e soprattutto l'attività innovativa della comunicazione e sensibilizzazione con i ragazzi. L'attività convegnistica o di un singolo incontro oggi non può essere lo strumento per raggiungerli".

I 'Moduli educativi digitali' verranno consegnati agli insegnati di tutta Italia, e, a cascata, a tutti i ragazzi per un progetto di un anno in cui l' insegnante con pc, lavagne lim, foto, video, esperienze, testimonianze e giochi organizza un percorso da sviluppare con la classe, dal sito internet, alla app della scuola, al giornalino scolastico, tutto su cyberbullismo e web reputation. Il tutto, riferisce ancora il presidente del Corecom Abruzzo e del coordinamento nazionale dei Corecom, Lucci, affiancato da Autorità garante, Comitato media e minori del ministero dello Sviluppo economico, Consiglio nazionale degli utenti e ministero dell'Istruzione. "Ripartiamo dalle Istituzioni - ribadisce Lucci - nessuno si può improvvisare su un tema così delicato. E, aggiungo, c'è solo una cosa che non può essere tolta a questi giovani: la cultura. Devono comprendere che, attraverso la cultura, possono conoscere, difendersi da chi ha cattive intenzioni, da chi si nasconde dietro la tecnologia, valorizzare se stessi. Cultura per me significa viaggiare, conoscersi, incontrare le persone, guardarsi negli occhi, leggere un libro. Non possiamo permetterci, come adulti, la superficialità di dire 'sono bravi' perché poi non riescono a decodificare un messaggio, per esempio quello di un video violento, che poi lascia segni indelebili nel cuore, nell'animo e nella mente del minore, e quell'evento traumatizzante, che all'inizio non viene percepito come tale, uscirà fuori con attacchi di panico, aggressività e depressione. Questo lo abbiamo maturato con l'esperienza di educatori. E la cultura - conclude Lucci - è lo scudo più che grande che può avere un ragazzo".  

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