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PUNTA PENNA, IL PORTO MA NON SOLO: INTERVENTO DI MASSIMO DESIATI

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Riceviamo e pubblichiamo da Massimo Desiati, ex assessore regionale ed esponente de ''La Destra! di Storace. ''La Regione Abruzzo, nella scorsa Legislatura, spese oltre 1.500.000 di euro per lavori nel porto di Punta Penna di Vasto: luci, banchine, messa in sicurezza e manutenzione. Mai tanti soldi in via ordinaria. Un'attenzione doverosa, un impegno assolto. Da anni si discute dell'ampliamento del bacino portuale, della sua migliore configurazione a servizio della economia del territorio interessato. Il passaggio compiuto dal Consiglio comunale di Vasto, in ordine all'adesione al progetto ad esso relativo, è stato un atto politicamente opportuno e necessario. Ora però... non è possibile non considerare questa importante area del territorio comunale nella sua intierezza, infatti non è soltanto il Porto ad insistervi ma un insieme di altri piccole e grandi realtà che, con pari dignità, devono trovare armonia nella coesistenza. E' vero, infatti, che a Punta Penna c'è un Sito d'Importanza Comunitaria (S.I.C.) classificato dalla Comunità Europea ''habitat naturale prioritario'' e definito dalla stessa ''di elevato valore ambientale per la rarità delle specie e degli habitat''; che c'è una Riserva naturale regionale, che ci sono due zone a vincolo archeologico, che c'è una zona industriale, che c'è un'area residenziale. Oltre a tali realtà, per il futuro, si fa previsione di un porticciolo turistico peraltro già indicato dal vigente Prg; si prospetta, nel Piano Territoriale delle Attività produttive della Provincia di Chieti, una ''delocalizzazione per attività che presentano situazioni di incompatibilità ambientale''; si include l'area in questione nel costituendo Parco Nazionale della Costa Teatina, sospinto dalla Regione Abruzzo. A nessuno sfugge quanto sia impensabile il procedere in ordine sparso da parte dei vari enti istituzionali ed economici chiamati, a vario titolo, ad amministrare quella parte del territorio vastese. Ora è la Politica che deve fare la propria parte e ricondurre a principi di sviluppo armonico un'area importante per la città sotto molteplici aspetti. Occorrerà stimolare e favorire una fase di riconversione, totale o parziale, delle attività industriali maggiormente impattanti presenti nelle zone di maggiore sensibilità ambientale; occorrerà pianificare razionalmente un'area la cui destinazione non è stata mai programmata bensì convulsamente impegnata, occorrerà attuare meccanismi di partecipazione e di trasparenza con cui fare concerto tra i portatori d'interesse pubblici e privati. Ecco perché è indispensabile che l'Amministrazione comunale si affretti a definire un ''Piano d'Area comunale'', in variante al Piano Regolatore Generale, con cui razionalizzare e riorganizzare quella parte del territorio che, col tempo, potrà verosimilmente rappresentare un importante aspetto della vita economica cittadina e non soltanto un costante problema da risolvere, tra le contraddizioni determinate dalle appartenenze di schieramento politico o dai singoli interessi economici. E' la Politica amministrativa che ora deve fare la sua parte!''
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