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Coding: le esperienze dei giovani studenti del primo ciclo di Vasto, San Salvo e Monteodorisio–Cupello

“Il pensiero computazionale va coltivato quotidianamente”, la raccomandazione di Luca Muratore

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Le esperienze e le attività di coding, finalizzate allo sviluppo del pensiero computazionale, sono state al centro dell’evento di ieri, 26 ottobre, presso il Salone della Chiesa del Sabato Santo.

Alunni e insegnanti degli Istituti scolastici del primo ciclo di Vasto, San Salvo e Monteodorisio - Cupello, hanno spiegato e mostrato alla comunità, attraverso video e rappresentazioni live, l’importanza di questa disciplina, nonché il suo procedimento.

Il coding e il pensiero computazionale vanno coltivati quotidianamente e quindi è molto importante che già dalla scuola primaria si inizi a insegnare questo tipo di attività, che diventa poi automatizzato e che ritroviamo in qualsiasi tipo di nuova tecnologia”.

Queste le parole di Luca Muratore, ingegnere informatico vastese che lavora presso l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, dove si utilizzano materiali intelligenti e biologia molecolare a fini riabilitativi e per costruire robot, attualmente prototipi, che verranno impiegati in situazioni di pericolo per salvare vite umane.

Muratore ha coinvolto i ragazzi, entusiasti e attenti, in un viaggio che li ha condotti a scoprire in cosa consiste il suo lavoro quotidiano, a contatto con l’avanguardia della robotica: “io ho studiato Ingegneria informatica, però lavoro con molti colleghi che hanno un altro tipo di formazione, ma che grazie alle loro competenze dal punto di vista del coding e della computazionalità sono riusciti ad interagire con quelli che sono i progetti robotici che portiamo avanti nel nostro istituto. È una vera e propria forma mentis che andrebbe instillata il prima possibile nei ragazzi. Non si tratta di ragionare per moduli prestabiliti, ma c’è una creatività di fondo che può essere applicata a diverse discipline, anche umanistiche e che serve anche alla scienza”.

Ospite della serata Alessandro Obino: “bisogna insegnare ai ragazzi ad utilizzare correttamente la tecnologia. Se capisci come utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione si sta meglio oppure si torna indietro a una situazione quasi medievale”.

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