Potranno essere riutilizzati i capannoni vuoti della zona industriale di Punta Penna, un’area da sempre sotto i riflettori per la difficile convivenza con la riserva naturale di Punta Aderci.
A dare il via libera al recupero dei manufatti dismessi è la legge per il riordino e la ristrutturazione delle aree industriali approvata nei giorni scorsi dal Consiglio regionale su proposta del consigliere Mario Olivieri, che si è avvalso della collaborazione dell’ingegner Edmondo Laudazi, capogruppo consiliare della lista civica “Il Nuovo Faro”.
“Si tratta di un provvedimento atteso da anni che potrà fornire impulso ed accelerazione agli investimenti produttivi consentendo di realizzare infrastrutture di servizi e di commercio”, spiega Olivieri, “ con questa legge, condivisa da quasi tutto il Consiglio regionale vengono tracciate norme agevolate ed accelerate che consentono il recupero dei manufatti industriali dismessi attraverso un’operazione di rigenerazione urbana che salvaguardia l’uso del suolo e consente di utilizzare al meglio le infrastrutture delle ex aree industriali”.
Il problema degli stabilimenti dismessi, oggetto tra l’altro di un censimento da parte dell’Arap, era stato sollevato nei mesi scorsi proprio dal Centro, che aveva evidenziato non solo la presenza di capannoni vuoti nella zona industriale di Punta Penna, ma soprattutto la difficoltà di riconvertirli per dare spazio a star up e progetti innovativi di scarso impatto ambientale. Lo stesso presidente dell’Azienda regionale per le attività produttive, Giampiero Leombroni, aveva sottolineato che le richieste finalizzate a riconvertire gli stabilimenti dismessi in palestre o in altre attività commerciali e ricreative non potevano essere evase dagli uffici proprio per mancanza di riferimenti normativi.
Ora, grazie alla nuova legge, che dopo la pubblicazione sul Bura (bollettino ufficiale della Regione Abruzzo), sarà oggetto di una serie di consultazioni finalizzate ad illustrare i meccanismi operativi di intervento sul territorio, sarà possibile la riconversione dei manufatti inutilizzati con benefici non solo economici, dal momento che sarà possibile avviare nuove attività commerciali, ma anche ambientali vista la presenza nella zona industriale di Punta Penna della riserva naturale di Punta Aderci e della ormai acclarata difficile convivenza tra queste due realtà. La polemica sul cementificio nella fascia di protezione esterna dell’area protetta è emblematica di una situazione che si trascina da 60 anni e che, a detta delle associazioni ambientaliste, andrebbe definitivamente risolta con delle chiare scelte di pianificazione territoriale.