Un totale di ventiquattro lavoratori in nero, quasi tutte donne. E' il ''bottino'' della Guardia di Finanza provinciale di Chieti, dopo una settimana di indagini per scovare lavoro in nero e lavoro irregolare in modo particolare nel settore dell'industria manufatturiera. L'attività di indagine ha coinvolto le Fiamme Gialle di tutto il territorio provinciale (Chieti, Vasto, Lanciano e Ortona) coordinati dal comandante provinciale di Chieti, il colonnello Gioacchino Angeloni (nella foto). Dunque ventiquattro i lavoratori in nero sorpresi a lavorare senza essere stati assunti dai rispettivi datori di lavoro, in aperta violazione alla normativa in materia previdenziale ed infortunistica. Nel corso di un controllo all'interno di un laboratorio, ai limiti del rispetto della normativa in materia igienico-sanitaria, sono state scoperte sei lavoratrici di origine cinese, sprovviste del permesso di soggiorno. Per una di esse è anche scattato l'arresto (successivamente è stata rimessa in libertà ), perché a suo carico era stata già emesso un decreto di espulsione dal questore di Teramo, per le altre cinque, invece, è stato emesso dal questore di Chieti il decreto di espulsione per il mancato rispetto della normativa sull'immigrazione. E' scattata la denuncia a piede libero anche per il datore di lavoro, . Per effetto dell'ultima legge Finanziaria le sanzioni per l'omessa esibizione e l'omessa istituzione del libro paga o del libro matricola sono state inasprite e si va da un minimo di 4.000 ad un massimo di 12.000 euro (in precedenza la sanzione prevista era da 25 a 154). .