Affiancherà la pista ciclabile che costeggia la riserva regionale Marina di Vasto e il sito di interesse comunitario (Sic), il camminamento pedonale che l’amministrazione comunale vuole realizzare affrontando un costo di 200mila euro, 160mila dei quali finanziati dalla Regione Abruzzo.
L’opera, ritenuta di estrema utilità per rendere “pienamente fruibile l’area protetta”, ha una larghezza di 1,20 metri ed una lunghezza di 2.400 metri. Il progetto esecutivo approvato dalla giunta il 24 febbraio 2017 è ora nella fase dello studio di incidenza ambientale (Vinca): i cittadini interessati possono presentare le osservazioni entro le ore 13 del 17 maggio.
Si tratta di un passaggio obbligato: l’opera verrà infatti realizzata in una zona tutelata da leggi nazionali e comunitarie caratterizzata, nel tratto iniziale da una pineta. La presenza di alberi ha indotto i progettisti a prevedere uno scavo ridotto (di soli 15 centimetri), lasciando la superficie esterna in terra battuta in modo da integrare il percorso con l’ambiente naturale. Il resto del camminamento pedonale sarà adiacente alla pista ciclabile realizzata negli anni 2010-2011 che da Vasto Marina si collega con San Salvo attraverso un territorio retrodunale che costeggia la spiaggia da un lato e abitazioni, strutture turistiche ed alberghi dall’altro.
“L’intervento non comporta un consumo di elementi tali da alterare l’equilibrio e la sopravvivenza degli elementi caratterizzanti l’area Sic”, si legge nella relazione paesaggistica, “il percorso pedonale andrà ad interessare una superficie estremamente ridotta, in un’area peraltro marginale in quanto di confine tra la porzione più naturale dell’apparato dunale ed il tessuto urbanizzato, realizzata con pietrame naturale di cava, misto granulare stabilizzato e pavimentazione in conglomerato ecologico che mirano ad un inserimento nel contesto naturale quanto più armonico e non impattante al fine di garantire la conservazione delle condizioni di naturalità”.
Insomma sulla carta sembra tutto perfetto, ma non mancano preoccupazioni sulla esecuzione delle opere, che secondo le associazioni ambientaliste dovrebbero essere supervisionate da un esperto, oltre a qualche disappunto per la mancata condivisione del progetto con i sodalizi che fanno parte del tavolo sull’ambiente.
“E’ quanto meno singolare che un intervento di tale portata e in una zona così delicata non sia stato condiviso con le associazioni”, rimarca Nicola Salvatorelli, presidente dell’Arci, “per quanto mi riguarda non sapevo neanche che il progetto fosse nella fase della valutazione di incidenza ambientale”.
Non mancano perplessità neanche sui termini per le osservazioni: solo 15 giorni dalla data di pubblicazione avvenuta il 2 maggio scorso.