Il prossimo appuntamento è l’assemblea dei sindaci chiamati ad esprimere il loro parere sul conto consuntivo della Provincia. E’ in quella sede che gli amministratori del territorio torneranno alla carica con il presidente Mario Pupillo, per chiedere impegni precisi finalizzati alla sistemazione della viabilità del Vastese.
Dopo la conferenza stampa di sabato scorso in cui una ventina di sindaci del comprensorio si sono detti pronti a tutto, perfino ad occupare la sede della Provincia, i toni sono più pacati, ma sempre decisi.
“Aspettiamo l’assemblea dei sindaci, in programma la prossima settimana, non si sa ancora se il 12 o il 13 maggio”, spiega Giuseppe Rosario Masciulli, primo cittadino di Palmoli, “in quella sede faremo il punto della situazione, cercando di capire in che modo si intende andare avanti. Chiederemo in maniera esplicita la tempistica. Speriamo di ottenere risposte”.
Il tema che tiene banco è la viabilità: nel Vastese le strade sono a pezzi, ma il problema questa volta non è la mancanza di fondi. I soldi per metterle a posto ci sono, ma i cantieri non aprono perché, secondo la versione fornita dagli amministratori, a fronte della disponibilità manifestata dai comuni del Vastese di appaltare direttamente i lavori, c’è il veto della Provincia. I finanziamenti disponibili sono i 9 milioni del Masterplan, il 90% dei quali destinati alla viabilità del Vastese.
La querelle tra sindaci e Provincia va avanti da alcune settimane.
Nel corso di una riunione avuta in Regione qualche settimana fa, alla presenza del governatore-senatore Luciano D’Alfonso, era stato deciso che i comuni si sarebbero visti assegnare direttamente i fondi del Masterplan. Quindi sarebbero state firmate le convenzioni per poter appaltare i lavori entro luglio. Sembrava che i sindaci l’avessero spuntata, invece Pupillo qualche giorno dopo, agitando lo spettro della “delegittimazione”, ha rimesso tutto in discussione appellandosi alle competenze della Provincia in tema di viabilità e di edilizia scolastica e nel corso di una conferenza stampa aveva chiesto a D’Alfonso di riflettere sulla decisione di affidare direttamente ai comuni i fondi del Masterplan “perché può aprire pericolosi precedenti sul territorio”.