Netta affermazione dei ''no'' nelle fabbriche metalmeccaniche; prevalenza dei ''sì'', invece, nella aziende di altri settori. Il voto sul protocollo d'intesa in materia di welfare, nei due più grandi poli industriali della provincia di Chieti - Val di Sangro e San Salvo - è apparso chiaro fin dalle prime operazioni di spoglio delle schede. E la spiegazione va, senza dubbio, cercata nel fatto che proprio il sindacato Fiom (settore metalmeccanico) ha consumato lo strappo con la Cgil, oltre che con Cisl e Uil, schierandosi con forza contro il protocollo messo a punto dal Governo centrale su lavoro, pensioni e welfare. Un po' in tutte le aziende, molto alto il numero dei votanti: attorno al 70 per cento. Alla Denso, la più grande azienda metalmeccanica del Vastese: votanti 815 su 981, i ''no'' 525, i ''si'' 252, nulle o bianche 38. Se, però, sempre restando a San Salvo, passiamo alla Pilkinton, che fa parte del settore chimico, troviamo una situazione ribaltata: 560 ''sì'' contro 236 ''no''. Stesso discorso alla Golden Lady di Gissi, settore tessile: 222 ''sì'' e 46 ''no'', con 281 votanti su 440. In alcuni casi, i dati sono stati influenzati da particolari situazioni aziendali, ma tutto sommato il voto delle aziende delle aree industriali locali rispecchiano quello nazionale: i metalmeccanici sono stati, in maggioranza, per il ''no'' al protocollo d'intesa sul welfare, i dipendenti degli altri settori, sempre in maggioranza, per il ''si''. In fondo, sono state rispettate le previsioni della vigilia anche in provincia di Chieti.